Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
L’evento e le sue tracce residuali, la memoria e l’azione in tempo reale, il dialogo tra i linguaggi artistici e le diverse diramazioni del sapere collettivo. Questi sono i termini affrontati da BASEOPEN, progetto espositivo e relazionale organizzato da Base / Progetti per l’arte, artist run space fondato nel 1998, a Firenze, e con una solida esperienza di sperimentazioni e incontri, da Robert Barry a Carsten Nicolai, da Pedro Cabrita Reis a Eva Marisaldi. Categoria qualificativa di BASEOPEN è la breve durata, condensata intorno al momento dell’apertura e ai giorni immediatamente successivi, per individuare i processi e le corrispondenze che si sviluppano dall’incontro. Ma senza dimenticare l’identità, perché i progetti sono sempre pensati dagli artisti invitati, che hanno modo di esaminare e comunicare gli argomenti più avanzati della loro ricerca.
Serratissimo, ovviamente, il calendario che, per aprile, prevede quattro appuntamenti. Messo in cantiere il progetto di Giuseppe Stampone e Paolo Parisi, adesso toccherà a Giulio Delvè e Paolo Masi che mercoledì, 12 aprile, presenteranno Muixeranga, work in progress di una settimana incentrato sulle derivazioni della scultura. Si legge mui-sce-rang-a ed è la danza tradizionale della comunità autonoma valenciana, alla quale partecipano persone di differenti ceti e professioni, accomunate dagli abiti a strisce colorate e dall’abilità acrobatica nel comporre complesse figure plastiche, salendo l’uno sulle spalle dell’altro. Per Delvè, questi castelli di uomini sono una scultura relazionale, simbolo di un metodo partecipato e inclusivo di lavoro, perché l’evento sarà costruito insieme al pubblico e con oggetti “incontrati” nel quotidiano. Prossimi appuntamenti, il 21 aprile, con Gaia Geraci e Marco Bagnoli, e il 28 aprile, con Jacopo Miliani e Massimo Nannucci.
In alto: Giulio Delvè, Lookout 2, 2011. Veduta dell’installazione per Villa del Vecchio, presso Gum, Carrara 2011; Courtesy Supportico Lopez, Berlino