27 aprile 2017

In viaggio tra mercato e antichi castelli. Inizia Art Cologne, cinquant’anni portati con eleganza

 

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Art Cologne è la vecchia signora delle fiere d’arte di tutto il mondo. Per celebrare il suo cinquantesimo anniversario, quest’anno ha indossato abiti eleganti e di alta qualità, almeno nelle sezioni dedicate al contemporaneo già affermato e ai classici del moderno, mentre tra i più giovani si avverte la mancanza di una certa maturità per resistere sul mercato. 
Il giorno di apertura, cinque minuti dopo l’apertura delle porte ai VIP, molte opere erano state già acquistate, non in anticipo online ma da collezionisti immediatamente innamorati di opere specifiche. Come è successo, parola di chi scrive, presso lo stand della Galleria Karsten Greve per le opere di Georgia Russell, artista scozzese che lavora su carta, le cui opere di grandi dimensioni sono state vendute a 56.000 euro ciascuna. 
La fiera è ben costruita, il visitatore viene immediatamente abbracciato da stand grandi e generosamente allestite, nella sala al piano inferiore c’è la sezione classica con le opere straordinarie di Emil Nolde, Marc Chagall e di altri autori moderni e contemporanei già affermati, come François Morellet, della Galleria Zlotkoski, Parigi, Franz West, della Galleria Konzett, Vienna, Yayoi Kusama, della Whitestone Gallery. 
La sala al piano terra si apre con opere enormi e provocanti, come Crucis Reverse di Elmgreen & Dragset della galleria König di Berlino, un dipinto enorme della serie Ptolomea di Damien Hirst, della White Cube Gallery di Londra, per la quale migliaia di insetti sono stati sacrificati, ancora in nome dell’arte e della bellezza. Ma ci sono anche opere più sottili, che parlano una lingua più calma, più adatta al mercato classico dell’arte tedesca, come A.R. Penck, Josef Albers e Candida Höfer
L’agenda culturale di Colonia e dintorni è ricca di mostre interessanti. Il premio Wolfgang Hahn di quest’anno, il più importante della regione con un premio di 100.000 euro per l’acquisizione di un’opera per il museo locale, è andato alla statunitense Trisha Donnelly. La mostra al Museo Ludwig presenta quattro opere – 2 video, 1 proiezione e una grande scultura – e l’artista e il curatore hanno avuto bisogno di due settimane per installarle, mentre il pubblico tenta di trovare l’argomento delle numerose e lunghe didascalie delle opere, senza riuscire a trovarlo. Al Kölnischer Kunstverein, un’altra mostra di due artisti americani: Avery Singer e Danny McDonald. Il primo presenta quadri astratti-figurativi (oggi i termini si possono unire, almeno secondo i testi di presentazione), il secondo un video fantasioso. A Kerpen, piccola cittadina vicino Colonia, un imprenditore tedesco ha fatto restaurare un antico castello per trasformarlo in un nuovo spazio espositivo, Haus Mödrath, con la mostra inaugurale curata da sua eminenza Veit Loers: una collettiva di artisti tedeschi e internazionali, tra i quali alcuni malati di mente, ha sottolineato la curatrice, le cui opere subentrano nello spazio come nuovi inquilini. 
La mostra più affascinante è stata “Paris Erwacht!” al Museo Wallraff-Richartz, su Place de la Concorde di Parigi, costruita a metà del XIX secolo dall’architetto tedesco Jakob Ignaz Hittorff, con disegni, modelli, dipinti e un video di Claude Lelouch sulle idee di Hittorff e sulla sua influenza sulla struttura urbana attuale di Parigi, collegando il XIX Secolo con l’epoca contemporanea. Must-see per questa intersezione di passato, presente e futuro: il mio museo preferito, il Kolumba. 
Nel complesso, un viaggio arricchente verso l’arte, non adatto per le feste e il glamour. (Anne-Marie Melster)

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