22 maggio 2017

Ercole torna all’opera. Terminati i restauri della Sala delle Fatiche di Palazzo Venezia, a Roma. Mercoledì la presentazione

 

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Ercole sarà felice di non potersi più riposare, perché le sue leggendarie fatiche potranno essere ammirate nuovamente. Mercoledì, 23 maggio, il Polo Museale del Lazio e la Fondazione Silvano Toti presenteranno il restauro del soffitto e del fregio a fresco della Sala dedicata alle imprese dell’eroe greco e situata al piano nobile di Palazzo Venezia, nell’appartamento del fondatore dell’edificio, il cardinale veneziano Pietro Barbo, poi divenuto papa Paolo II. Alla conferenza, interverranno Edith Gabrielli, Direttore del Polo Museale del Lazio, Maria Teresa Toti, Presidente Fondazione Silvano Toti, Sonia Martone, Direttore del Museo di Palazzo Venezia e Paolo Castellani, Direttore dei lavori di restauro. I lavori sono stati interamente finanziati dalla Fondazione, da sempre impegnata nella promozione e nella salvaguardia del patrimonio culturale, artistico e ambientale, mentre l’intervento è stato eseguito da L’Officina, consorzio di restauro e conservazione di opere d’arte, in seguito a un bando pubblico. 
Così, il leone Nemeo, i buoi di Gerione, il drago Ladone, il centauro Nesso e tutti gli altri momenti del racconto mitologico, tornano a splendere e potranno essere ammirati dal pubblico e dagli studiosi, visto che l’autore è ancora incerto, probabilmente molto vicino al Mantegna. Gli affreschi furono già sottoposti a diverse campagne di restauro, l’ultima nel 1970, una vicenda conservativa complessa, tenuta in conto per questi ultimi lavori che, tra gli altri interventi, hanno restituito l’idea del trompe l’oeil del loggiato aperto, alla base del progetto decorativo originario. 
La Sala tornerà a essere visibile al pubblico sabato, 27 maggio. Nella circostanza verranno organizzate delle apposite visite guidate e, in seguito, rientrerà nel normale circuito del Museo del Palazzo di Venezia. 
In alto: Sala fatiche di Ercole, affreschi parete con Ercole e Anteo. Photo credit: M.Benedetti – A.Corrao

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