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Era considerato lo Chagall italiano, per la sua pittura eterea, spirituale, dai colori accesi e impalpabili allo stesso tempo. Trento Longaretti è scomparso nella sua Bergamo, all’età di cento anni, dipingendo fino alla fine dei suoi giorni. Una vita lunga, intensa, contrassegnata da incontri, gioie e dolori. Nato nel 1916 a Treviglio, Longaretti si formò all’Accademia di Brera, dove fu allievo di Aldo Carpi e compagno di studi di Bruno Cassinari, Ennio Morlotti e Carlo Carrà. Venne inviato al fronte durante la Seconda Guerra Mondiale, tra la Sicilia, il Kosovo e la Slovenia. Dagli anni Quaranta ai Cinquanta partecipò a diverse edizioni della Biennale di Venezia e nel 1952 alla Quadriennale di Roma. È stato docente e direttore dell’Accademia Carrara di Bergamo fino al 1978 e all’estero ha esposto a New York, Londra, Parigi, Buenos Aires e Toronto. La sua produzione artistica è contraddistinta da mosaici, vetrate e cicli pittorici sacri, dove spesso tornano temi legati all’esodo del popolo ebraico, emblema di tutti coloro che fuggono per cercare una vita migliore: profughi, migranti, rifugiati. Le sue opere sono conservate in Vaticano, nel duomo di Novara, nel Museo della Permanente e alla Galleria d’Arte Moderna di Milano. (Desirée Maida)