15 giugno 2017

Art Basel/4. L’inversione: meglio gli stand della fiera che “Unlimited”

 

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Che si senta un po’ aria di crisi? Perché diciamo questo? Perché ad Art Basel, quest’anno, tutto appare decisamente più “tranquillo” rispetto alle scorse edizioni. Ve lo abbiamo già raccontato ieri con il nostro report da Unlimited, e quest’oggi ve lo confermiamo dopo un accurato giro in fiera. 
Con un’unica postilla: la fiera stessa, le opere presentate nei singoli stand, fanno decisamente miglior figura rispetto alla sezione delle opere “fuori scala”.
Ottima qualità per tantissima pittura, collage, disegni e tutto ciò che alle pareti può essere appeso. Poche le installazioni e poche le sculture. Praticamente assenti i video, mentre – come abbiamo visto – le immagini in movimento sono molto presenti ad Unlimited. 
La main fair, insomma, è più vivace, con una qualità medio alta che però non solleva del tutto la grande “pacatezza” di questa edizione. Le singole gallerie? Ottime scelte, con both che però non sono “curati” nel vero senso della parola, ma che raccontano di un grande tensione al mercato. E ci mancherebbe, in fondo siamo pur sempre nella più grande kermesse del mondo occidentale. 
Menzione speciale, per qualità dell’offerta, alle italiane De Carlo e Noero, ma anche Kurimanzutto, White Cube e Gagosian offrono ottimi stand. Tra gli highlights (e tra i più presenti) Enrico Castellani, ma anche le pitture di Alex Katz e tanta, tantissima, Pop statunitense.

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