07 settembre 2017

Bruciato il sito archeologico di Villa Faragola ad Ascoli Satriano, nel foggiano

 

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Una ferita nel cuore del patrimonio archeologico dell’Italia. Nella notte è bruciata la copertura in legno della Villa Faragola, importante sito di scavi nel territorio di Ascoli Satriano, in provincia di Foggia. Le cause del rogo sono ancora da accertare e la zona archeologica è sprovvista di telecamere di videosorveglianza. Al momento, secondo quanto reso noto dai vigili del fuoco, non sarebbero stati ritrovati inneschi né tracce di liquido infiammabile. Ma l’archeologo Giuliano Volpe, presidente del Consiglio superiore dei beni culturali e paesaggistici del MiBACT, non esclude la pista dolosa e descrive sul suo profilo Facebook uno scenario apocalittico di “mosaici danneggiati irrimediabilmente, marmi cotti, calcinati per il calore, strutture murarie distrutte”. Preziose opere d’arte sono andate distrutte. “È la fine – scrive l’archeologo – l’oscillum decorato con la figura di danzatrice presente nello stibadium asportato, rubato. Soprattutto sembra un intervento programmato, ben studiato, fatto da persone esperte, hanno fatto in modo che tutto fosse distrutto in maniera sistematica. Restano ormai solo, oltre ai pochi oggetti portato al museo (la statua di bambino cacciatore, i tre pannelli in opus sectile per fortuna asportati per essere restaurati) e ai materiali nei nostri laboratori, i nostri studi, le foto, i video, i disegni, la nostra memoria e la passione per un sito straordinario”. Le campagne archeologiche condotte nel sito di Faragola hanno infatti portato alla luce un esteso insediamento di età romana, in particolare alcuni ambienti residenziali di una ricca villa di cui è stata finora documentata soprattutto la fase tardoantica (IV-VI secolo d.C.). “Quattordici anni – denuncia Volpe sul social network – di scavi, di ricerche, di studi, di lavoro sul campo, di pubblicazioni, di progettazione di un modello di musealizzazione in situ per uno dei parchi archeologici considerati più importanti di Puglia e d’Italia: persi, distrutti, inceneriti dalla malavita o dalla stupidità o da altri interessi? A chi dava fastidio un sito come Faragola?”. Una domanda che merita una risposta. “Mi fa rabbia – prosegue l’archeologo – che da alcuni mesi il cantiere era stato sospeso in attesa della ripresa per il completamento del terzo lotto dei lavori di sistemazione, con le installazioni multimediali, il percorso di visita, lo spazio informazioni, il laboratorio didattico per i bambini. Ed erano state sospese anche le visite al cantiere. Purtroppo, la conferma che quando un sito è lasciato senza una gestione, senza controlli, senza un uso quotidiano, senza una presenza, senza vita, diventa la classica ‘terra di nessuno’ nella quale è facile che i delinquenti o i vandali operino indisturbati. Attendo di conoscere meglio la situazione – conclude Volpe – e di capire cosa sarà possibile salvare. Con la speranza che i carabinieri e la polizia, la magistratura indaghi e scopra i responsabili di questo disastro. Certo questi disgraziati non fermeranno la nostra voglia di conoscere, di difendere, di valorizzare, di restituire ai cittadini il nostro patrimonio culturale”. Di tanti roghi dell’estate italiana, questo è certo uno dei più dolorosi. (Francesco Paolo Del Re)

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