11 settembre 2017

Da Klimt a Urs Fischer. Torna la Biennale dell’Antiquariato di Firenze, con alcune novità

 

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Il prossimo 23 settembre segnerà un appuntamento molto importante per il mondo del collezionismo d’arte: si aprirà infatti a Firenze, nella suggestiva cornice seicentesca di Palazzo Corsini, la trentesima edizione della Biennale Internazionale dell’Antiquariato, presieduta dal Sindaco di Firenze Dario Nardella. L’evento riunisce i più importanti mercanti d’arte del mondo, con oltre 80 gallerie rappresentate: occasione ghiotta ovviamente per i collezionisti ma anche per i semplici amatori che avranno la possibilità di ammirare più di 3000 opere d’arte, tra ritratti, dipinti, sculture, disegni, oggetti curiosi e d’arredamento. La manifestazione si irradierà da Palazzo Corsini con l’intento coinvolgere tutta la città, attraverso eventi correlati che si svolgeranno presso le sedi di alcune delle istituzioni culturali più celebri: ad animare la settimana fiorentina sono in programma un fitto numero di appuntamenti, con conferenze, mostre, presentazioni di libri e momenti di incontro. 
Tra le novità di quest’anno, c’è la volontà di continuare la strada di apertura verso l’arte contemporanea intrapresa nel 2015, innanzitutto spostando più avanti il limite cronologico per le opere presentate, fissato al 1989, e poi sviluppando un nuovo progetto artistico che coinvolge un grande nome della scena artistica attuale. Due anni fa suscitò scalpore e polemiche l’esposizione, in Piazza della Signoria, luogo leggendario della storia dell’arte fiorentina, di Pluto e Proserpina, una scultura dorata alta più di tre metri a opera di Jeff Koons. Il protagonista, questa volta, è l’artista svizzero Urs Fischer. L’evento, curato dal fiorentino Francesco Bonami e da Fabrizio Moretti, prevede l’installazione di una scultura totemica alta più di 13 metri di fronte Palazzo Vecchio, in una sorta di rapporto dialogico con la trecentesca torre di Arnolfo di Cambio. Accanto, verranno collocate due statue in cera, ad altezza naturale, raffiguranti proprio i due curatori e sarà possibile ammirare queste opere per circa un mese, prima che si sciolgano definitivamente. Si tratta di un marchio di fabbrica dell’artista elvetico, che spesso lavora utilizzando questo materiale, in una continua riflessione sulla caducità dell’arte e dell’esistenza in generale. 
Tra le opere esposte alla Biennale, tanti sono i nomi illustri: si va da Tintoretto a Giovanni Boldini, da Klimt a Cagnaccio di San Pietro. Proprio per questo motivo, un’altra novità di quest’anno è il rafforzamento delle attività di vetting da parte dei comitati scientifici che vigileranno sulle regole che controllano il mondo dell’antiquariato e del mercato dell’arte, una garanzia per acquirenti, galleristi e pubblico. L’allestimento sarà curato dall’architetto di interni e scenografo veneziano Matteo Corvino che ha puntato su modernità e valorizzazione dell’architettura barocca di Palazzo Corsini: attraverso un soffitto di vetro che garantisce luminosità e indica il percorso tra gli stand, arricchirà la visita con la possibilità di godere di scorci sorprendenti; all’esterno verrà creato un suggestivo ed effimero giardino pensile all’italiana. 
Come detto, questa sarà la trentesima edizione della Biennale, la prima fu organizzata nel 1959 a Palazzo Strozzi. Tra alti e bassi, la rassegna nel corso del tempo ha acquisito una notevole rilevanza internazionale, ritagliandosi un ruolo di primo piano tra le numerose manifestazioni che si svolgono in tutto il mondo. Un’importanza cresciuta ulteriormente nelle ultime edizioni, che hanno visto alla guida dell’organizzazione il Segretario Generale Fabrizio Moretti, che ha sottolineato come questa «sia la prima grande mostra-mercato nata nel mondo, noi in Italia abbiamo inventato un nuovo modo di fare il mercato dell’arte: la mostra antiquaria». (Luca Liberatoscioli
In home: Giovanni Boldini, Señora Matías de Errázuriz Ortúzar, née Josefina Virginia de Alvear Fernández Coronel 
In alto: Gaspar Van Wittel detto Vanvitelli, Roma, Piazza Navona con Palazzo Pamphilj e le chiese di Sant’Agnese in Agone e San Giacomo degli Spagnoli

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