07 novembre 2017

Con Caravaggio, Van Gogh e Vivaldi, Il Museo di Capodimonte è tutto da vedere e sentire

 

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Otto film d’autore, tre concerti, quattro performance. Sono i numeri di Capodimonte dopo Vermeer, la rassegna dalla triplice anima che chiude il 2017 del museo napoletano, un ricco calendario di incontri, che accompagneranno i visitatori della Reggia fino a Natale. Come se non bastassero le incredibili collezioni, con capolavori, tra i tantissimi altri, di Simone Martini, Ribera, Tiziano, Luca Giordano, Joseph Kosuth e Carlo Alfano, in cui il contemporaneo è sempre più in primo piano – come del resto da tradizione del museo, fin dai primissimi anni ’80 – dalla mostra di Jan Fabre (di cui scrivevamo qui) alla recente partnership con il Madre. E proprio dall’interpretazione contemporanea del museo, come luogo di apertura verso la comunità di riferimento e punto di incontro tra i linguaggi, si sviluppa la rassegna. «Offriamo alla città, e al quartiere in particolare, una programmazione culturale di altissimo valore e per questo ringrazio vivamente la Regione Campania, che sostiene questo nostro progetto dalle forti connotazioni anche sociali. Mi piace sottolineare, ad esempio, che la rassegna cinematografica è gratuita e si rivolge sia ai visitatori del Museo che ai cittadini, in particolare, agli abitanti di questo quartiere in cui non ci sono cinema. Una rassegna in cui il Cinema entra come una vera e propria Arte a Capodimonte, con film di qualità sul tema dell’Arte per porre l’attenzione sull’eccellenza del Museo con l’obiettivo a lungo termine di rendere l’Auditorium un punto di riferimento per gli abitanti di Capodimonte, un vero e proprio cinema di quartiere. Inoltre, ringrazio il Conservatorio di San Pietro a Majella per i concerti e tutti gli artisti che hanno saputo interpretare i capolavori della straordinaria collezione di Capodimonte in modo così originale nelle loro performance», ha affermato Sylvain Bellenger, direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte. 
Per Cinema, la Settima Arte, sezione a cura di Maria Tamajo Contarini e Marialuisa Firpo, una selezione di film che affrontano e hanno influenzato differenti generi. Saranno proiettati gratuitamente, in lingua originale, con sottotitoli in italiano, in auditorium, tutti i giovedì, a partire dal 2 novembre, preceduti da una introduzione esplicativa. Tra questi, molti saranno dedicati ai grandi maestri della storia dell’arte, come Turner, il 16 novembre, con introduzione di Benedetta Gargano, oppure Caravaggio, di Derek Jarman, in programmazione il 23 novembre e presentato da Nicolangelo Gelormini. Il prossimo appuntamento è fissato per il 9 novembre, con un grande classico, del quale parlerà lo stesso Bellenger, ovvero Senso, di Luchino Visconi, con Farley Granger e Alida Valli come interpreti principali e Francesco Rosi e Franco Zeffirelli assistenti alla regia, entrambi, nel 1954, quasi all’inizio della carriera. Chiusura il 28 dicembre, con il film evento Loving Vincent, di Dorota Kobiela e Hugh Welchman (ne scrivevamo qui). 
La rassegna musicale Concerti alla Reggia, realizzata in collaborazione con il Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli, porterà nelle sale del museo i colori dei suoni del Settecento e dell’Ottocento. Il 25 novembre, Federico Mandaluno (mandolino) e Ensemble Strumentale Settecento Napoletano eseguiranno musiche di Pergolesi, Vivaldi e Paisiello, mentre il 21 dicembre potremo sentire tutta l’atmosfera natalizia, con le opere di Mozart, per In Nativitate Domino, interpretato dall’Ensemble Vocale Giovanni Paisiello
Fusione di danza, musica e teatro per il programma di performance inedite, che inizieranno venerdì, 17 novembre, con La parabola dei ciechi. Poema per Orchestra, di Stefano Gargiulo, nell’ambito del ciclo  L’opera si racconta e dedicato alla tela La parabola dei ciechi di Bruegel. Il giovane compositore napoletano Gargiulo ha tradotto in musica il celebre capolavoro fiammingo, in tre movimenti: Il passo (la morte); La caduta (il peccato); Lo sforzo (la fede). Il visitatore avrà modo di vedere la pittura e, nello stesso momento, di ascoltarne la storia, il pesante passo del cieco, la cecità come punizione divina e, infine, la fede, con note più acute rivolte al cielo come il capo dei viandanti ciechi rivolto verso l’alto. L’ultima performance in programma si terrà venerdì, 29 dicembre, nella Sala Burri. Lampi di Materia è un’azione mimico-musicale per clarinetto, percussioni e danzatrice, ideata da Rosalba Quindici e ispirata al Grande Cretto Nero che Alberto Burri ha esposto a Capodimonte per la prima volta nel 1978, in uno storico confronto con il nero di Caravaggio, e che diede il via all’intera sezione di arte contemporanea del museo.

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