27 novembre 2017

Aspettando i cinquecento anni dalla morte di Leonardo Da Vinci, Bill Gates riporta in Italia il Codice Leicester

 

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Dopo quel mirabile pizzetto, cos’altro si potrebbe fare? Si staranno chiedendo tutti gli artisti, rimuginando sulla giusta trovata per celebrare degnamente i cinquecento anni dalla morte di Leonardo Da Vinci. Certo, difficile arrivare all’originalità di Marcel Duchamp che, nel 1919, a quattrocento anni esatti dalla morte del genio vinciano, realizzò L.H.O.O.Q, una delle opere capitali della storia dell’arte, aggiungendo un vivace paio di baffetti alla Gioconda. Massimo risultato con il minimo sforzo e poi ancora oggi la moda gli dà ragione, con il goatee style che impazza tra le barbe delle star di Hollywood. Certo, contando che la febbre è già salita a 450 milioni di dollari, ci si potrebbe aspettare di tutto e magari a sorprenderci potrebbe essere proprio l’ignoto magnate, attuale proprietario del Salvator Mundi. Sono solo vaghe ipotesi, di sicuro per adesso c’è il gesto nobile di un altro tycoon, che ci stupirà per la sua munificenza. 
Si tratta del boss degli aggiornamenti automatici obbligatori, amico fedele del ctrl+alt+canc, Bill Gates. Il fondatore degli unknown error message e di Microsoft, non ci offrirà una versione di prova di Excel ma qualcosa di estremamente più prezioso, perché, dal 29 ottobre 2018, alle Gallerie Degli Uffizi, potremo ammirare il Codice Leicester, messo in vendita nel 1990 da Armand Hammer e acquistato, nel 1994, proprio dall’unico nostalgico di Internet Explorer, per 30.8 milioni di dollari. 
L’esposizione, “Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci. L’Acqua Microscopio della Natura”, a cura di Paolo Galluzzi, è frutto di oltre due anni di preparazione ed è realizzata da Gallerie degli Uffizi e dal Museo Galileo, con il contributo di Fondazione CR Firenze. Per il Codice si tratta del secondo viaggio a Firenze, in quanto fu esposto nel 1982, quando ancora era denominato Codice Hammer, nella Sala dei Gigli di Palazzo Vecchio, ottenendo uno straordinario successo di pubblico, con oltre 400mila visitatori in poco più di tre mesi. 
E anche questa volta sarà un evento eccezionale, perché consentirà di vedere una delle opere più importanti del maestro, con le conoscenze e le sensibilità che oggi abbiamo maturato verso i temi dell’acqua e dell’ambiente sui quali si discetta nelle 72 pagine del manoscritto. «L’esposizione del Codice Leicester di Leonardo, insieme ad altri preziosissimi disegni e scritti del Genio Da Vinci dimostra il nostro impegno per rendere accessibili tematiche molto complesse della ricerca scientifica, e di contestualizzare episodi fondamentali di storia della scienza in una prospettiva del tutto contemporanea», ha affermato Eike Schmidt, Direttore degli Uffizi, in occasione della conferenza di presentazione della mostra. 
Un’opera fitta di annotazioni e disegni, con riferimenti all’astronomia, alle proprietà di rocce e fossili e in cui fornisce anche l’interpretazione corretta della cosiddetta luce cinerea della Luna, che Leonardo vergò tra il 1504 e il 1508, periodo in cui, dopo aver lasciato Milano e aver vagato tra Mantova e Venezia, era tornato a Firenze, dove non risiedeva da venti anni. Più o meno in quella data, nel 1503, iniziò a dipingere la Gioconda, mentre effettuava studi di anatomia nell’Ospedale di Santa Maria Nuova ed era impegnato nel tentativo di far volare l’uomo – come dimostra il Codice sul volo degli uccelli, conservato alla Biblioteca Reale di Torino – oltre che nel trovare un modo per portare a termine la Battaglia di Anghiari e per rendere l’Arno navigabile. E tutto questo, senza poter  usare nemmeno Windows 95. 
Oggi siamo più fortunati, abbiamo a disposizione strumenti molto precisi e per vedere meglio i 72 fogli del Codice, collocati nell’Aula Magliabechiana degli Uffizi, potremo fare affidamento su un innovativo sussidio multimediale, il Codescope, con il quale il visitatore potrà sfogliare i singoli fogli sugli schermi digitali, accedere alla trascrizione dei testi e ricevere tutte le informazioni sui temi trattati. (MFS)

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