30 novembre 2017

Continua il braccio di ferro tra Accademie e MIUR. E la sottosegretaria Angela D’Onghia si dimette

 

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Continua a tenere banco la discussione tra la CPCSAI-Conferenza dei Presidenti delle Consulte degli Studenti delle 20 Accademie di Belle Arti e dei cinque ISIA e il MIUR, sull’adeguamento al Sistema Universitario di Accademie e Istituti Superiori Industrie Artistiche. Una discussione aperta da 17 anni, dalla legge n.508/99 sulla riforma del sistema AFAM-Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica e che, oggi, potrebbe segnare un punto di svolta. Ha infatti rassegnato le dimissioni la Senatrice Angela D’Onghia, sottosegretaria al MIUR, prendendo atto del fallimento dell’impegno assunto tre anni fa, in forza della delega conferita dal Ministro Giannini e confermata da Fedeli, di completare l’ordinamento. I lavori iniziarono nel 2014, con la pubblicazione di un documento, “Chiamata alle Arti”, il cui l’obiettivo era realizzare una riforma compiuta per il rilancio dell’alta formazione di Accademie, Conservatori, Istituti Artistici. L’unico risultato ottenuto è stato l’emendamento alla finanziaria, in corso di approvazione, per il finanziamento degli Istituti musicali pareggiati e delle Accademie non statali, che rischierebbero il collasso finanziario. 
«Questo, nel mondo da cui provengo, che è quello della società civile e produttiva del nostro Paese, significa un nulla di fatto, una ulteriore proroga per procrastinare problemi irrisolti», ha detto D’Onghia. «Sono delusa e amareggiata, non accetto la rassegnazione che prevale negli ambienti ministeriali nonostante le mie continue sollecitazioni. La mia candidatura e il mio impegno politico sono stati guidati dalla volontà di poter contribuire al cambiamento e al miglioramento di questo Paese. Sarebbe necessario un impegno comune, un lavoro di squadra costante, delle sinergie che non possono essere garantite da singole personalità, nemmeno dalle più carismatiche e volitive. Mi auguro che le mie dimissioni possano risvegliare la politica del fare», ha continuato l’ex sottosegretario, che continuerà a svolgere il mandato parlamentare, fino alla naturale scadenza della legislatura. 
Intanto, la CPCSAI ha inviato una lettera aperta, indirizzata, in particolare, alla Presidenza della Repubblica, al Miur e al Mibact, per richiedere l’adempimento «al proprio dovere di tutelare gli Studenti nei loro diritti sanciti da una norma di legge e di risolvere la discriminazione che subiscono da troppo tempo nei confronti dei loro colleghi universitari, come dimostrato dallo stanziamento a favore dell’Università, previsto dalla legge di bilancio quale misura compensativa dei mancati introiti derivati dall’introduzione delle nuove norme sulla contribuzione studentesca, assenti nello stesso dispositivo o, a seguito delle rimostranze della CPCSAI, solo promessi, per l’AFAM». «A Voi si rivolgono ora gli Studenti con queste parole, sperando che vogliate accordare una particolare attenzione a chi studia nel campo dell’Arte, agendo in modo concreto e immediato, consapevoli dell’importanza di un settore strategico e necessario per l’economia del Nostro paese, consapevoli del primato che l’Italia ha sempre ricoperto in questo campo e che continua ad essere riconosciuto purtroppo più all’estero che non all’interno del Nostro paese», conclude la lettera.

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