02 febbraio 2018

Difendere la residenza. Presentato il catalogo di BoCs Art ma suona il campanello d’allarme

 

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Presso il Centro Conferenze Sala da Feltre di Roma, è stato presentato il catalogo delle Residenze d’Artista BoCs Art. Cosenza 2015/2016, a cura di Alberto Dambruoso e Annalisa Ferraro, pubblicato da Manfredi Edizioni. 
Il volume raccoglie quest’esperienza quasi triennale, che coinvolge artisti provenienti da tutto il mondo, chiamati in quelle che vengono definite delle “vetrine” attraverso le quali mostrare tutto il percorso creativo del loro lavoro. 
Durante la conferenza, Dambruoso ha raccontato la nascita e l’evoluzione di questo progetto ambizioso, evidenziando come fosse complesso spiegare quella che è stata quasi «una magia, che difficilmente è afferrabile, un indicibile che è un po’ l’arte stessa, una ridda di sensazioni e di emozioni». Tutto questo si cerca di trasporlo nel catalogo, attraverso le immagini e le testimonianze degli artisti e del lavoro svolto. Come sottolinea Ferraro, curatrice associata del progetto, «I 220 artisti che sono nel catalogo, come tutti gli altri che hanno partecipato, hanno creato uno scambio e una sinergia con la città, un rapporto personale e intimo, e da qui sono nate tante opere che raccontano proprio la terra cosentina». Ognuno ha portato con sé un proprio bagaglio culturale che ha poi fuso con le influenze le tradizioni del luogo, coinvolgendo anche associazioni, fondazioni, cori, accademie e le varie realtà del territorio. Oltre alla pubblicazione, si è creata una collezione che ha visto l’apertura a Cosenza del Bocs Art Museum, uno spazio espositivo dedicato alle opere prodotte durante i periodi di residenza. 
Dambruoso ha anche colto l’occasione per definire quella che è l’attuale situazione delle Residenze, in bilico a causa di malintesi e fraintendimenti con la giunta Comunale di Cosenza. L’ha definito un «campanello d’allarme», quello che voleva lanciare, «una sorta di chiamata alle armi», ha continuato, «perché laddove dovessero succedere situazioni anomale, come tutta questa realtà l’abbiamo costruita, così siamo anche in grado di riportarla a casa». Fatta salva, ovviamente, la volontà di portare avanti un progetto che ha rappresentato sia un punto importante per la riqualificazione della città che una nuova parentesi dell’arte contemporanea in Italia. (Michela Sellitto)

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