03 febbraio 2018

Bologna Art Week/13. Bolero frusciante. La performance di Francesca Arri al Teatro Comunale

 

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Quel rumore dei fogli sbattuti pesantemente sulla cattedra riporta agli anni della scuola, quando i professori comunicavano la loro severità con atteggiamenti molto precisi del corpo. Non siamo più alunni e ci troviamo alla Rotonda Gluck del Teatro Comunale di Bologna, per Papercut, una performance corale, momento finale di un laboratorio incentrato sull’uso del corpo come linguaggio. Infatti basta qualche elemento, un gesto seguito da un rumore secco, per ricostruire i ricordi e raccontarne le sensazioni. E così, questa sala ovale, inevitabilmente carica di una storia scenografica, diventa un’aula di studio, appena Francesca Arri sbatte con veemenza le masse compatte di fogli sulla superficie di una scrivania da ufficio pubblico. Intorno a lei, gli altri performer dispongono i fogli sul pavimento, in colonne ordinate, una sorta di ciclo musivo bianco ma, in realtà, seguendo un ritmo che si fa sempre più caotico, fino a esplodere in una pioggia frusciante. Le pagine volano, si accartocciano e vengono lanciate da una parte all’altra, esplodono tutti i significati a esse riferibili, dalla burocrazia alla scrittura privata. L’atmosfera, prima bloccata in attesa, diventa ludica, una momento di ricreazione e sfogo che coinvolge anche il pubblico, irretito da una lunga spirale di cellulosa. Le pagine fotocopiate degli studi universitari, le intestazioni, gli articoli, per ognuno dei presenti si chiama in causa una enciclopedia di esperienze personali, tutto è in sospensione, perché la carta è un elemento trasversale. Poi il ritmo si placa, fino a esaurirsi, lasciando in sottofondo solo i respiri affaticati, come un bolero à la Maurice Ravel perfettamente orchestrato. (mfs
In alto: Francesca Arri, PaperCut, ph F. Bastimento

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