10 aprile 2018

Aspettando il futuro del Mibact, i musei autonomi stilano la lista dei propositi per il 2018

 

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Mentre il nuovo governo post elezioni del 4 marzo stenta a partire, tra percentuali ballerine e ipotesi di coalizioni, in molti, almeno in ambito culturale, si chiedono cosa succederà alle manovre impartite durante il mandato di Dario Franceschini come ministro del Mibact. Riforme che, a prescindere da valutazioni, hanno segnato un cambio di direzione e di metodo rispetto al passato, come per l’unificazione delle competenze, prima ripartite tra le tre Soprintendenze di Archeologia, Beni Artistici e di Beni Architettonici, oppure per l’introduzione dell’Art Bonus, il credito d’imposta del 65% per privati e imprese che donano una somma per le attività culturali, e soprattutto per l’istituzione dei Poli museali autonomi, con la nomina diretta, a seguito di una selezione internazionale, dei 20 superdirettori dei più importanti musei statali. 
Una riorganizzazione che ha incontrato il favore di massima di Luigi Di Maio e che lascerebbe presagire l’opportunità di un dialogo tra le parti più possibiliste del PD, ala della quale Franceschini sembra essere tra i portavoce. «Di fronte alle novità politica dell’intervista di Di Maio serve riflettere e tenere comunque unito il Pd nella risposta. L’opposto di quanto sta accadendo: rispondiamo affrettatamente e ci dividiamo tra noi. Fermiamoci e ricominciamo», scriveva Franceschini su Twitter, pochi giorni fa. Proprio in ambito culturale, la posizione del Movimento 5 Stelle non è molto chiara e i nomi del ministro papabile si susseguono con non troppa coerenza, da Tomaso Montanari che, da strenuo sostenitore dello Stato, ha espresso in più occasioni posizioni diametralmente opposte a quelle di Franceschini, ad Alberto Bonisoli, direttore della NABA di Milano e con una forte impronta manageriale. A spezzare una lancia a favore della continuità, Giuliano Volpe, presidente del Consiglio Superiore Beni culturali e paesaggistici del Mibact, che in una lettera pubblicata dall’Huffington Post lancia un appello a Di Maio. «Se sarà premier, l’invito è a non smontare quanto realizzato dal ministro Franceschini in questi anni, ma a proseguire sulla strada tracciata, semmai perfezionando e anche migliorando ulteriormente il nuovo sistema di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale», si legge nell’articolo. Cicero pro domo sua? Dipende da dove si troverà la nuova casa del PD. 
Nel frattempo, i Musei autonomi proseguono lungo la loro strada e si preparano ad affrontare gli obiettivi contenuti nel Piano della Performance 2018-2020. Quatto i target di massima, che saranno oggetto di monitoraggio da parte dell’OIV-Organismo Indipendente di Valutazione delle performance: migliorare la qualità e la fruizione dei luoghi della cultura, assicurare la tutela e la conservazione dei beni culturali in consegna o rientranti nell’area di competenza, migliorare l’efficienza e l’efficacia dell’attività amministrativa e un obiettivo personalizzato proposto dal Direttore dell’Istituto. Una sorta di lista di buoni propositi che, però, è tutt’altro che aleatoria, visto che le performance dei musei saranno valutate sulla base di un rigido sistema di punteggio e, in base al risultato finale, si capirà quale direzione è stata virtuosa e quale no, con tutti i risvolti gestionali ed economici del caso, come la possibilità di accedere a determinate linee di finanziamento. 
Cosa si promettono di realizzare i musei? La Galleria Borghese raggiungerà il suo obiettivo attraverso il restauro del foyer e l’esecuzione dell’apparato decorativo dell’area bar, con la riproduzione dei disegni del Caffè degli Inglesi, di Piranesi. La Galleria Nazionale di arte moderna e contemporanea potenzierà l’utilizzo delle tecnologie per la diffusione e la comunicazione del patrimonio museale e attiverà reti culturali sul territorio locale, nazionale e internazionale. Le Gallerie degli Uffizi procederanno all’allestimento di nuove sale dedicate a Caravaggio e alla pittura caravaggesca e alla collezione Contini-Bonacossi. Il Parco archeologico del Colosseo realizzerà il sito web in italiano e in inglese, mentre il Parco archeologico di Pompei stipulerà accordi con istituti di ricerca italiani e stranieri, per elaborare strategie di sviluppo e attività didattiche. La Pinacoteca di Brera stilerà un catalogo digitale aggiornato delle collezioni permanenti esposte. La Reggia di Caserta realizzerà un collegamento bus frequente tra le stazioni di Afragola e Caserta, si doterà di bici elettriche per il parco e aumenterà il numero di varchi aperti nei weekend. La Galleria dell’Accademia di Venezia disporrà un progetto esecutivo dell’allestimento dei due saloni del Selva dedicati alla pittura del ‘600 e del ‘700. Il Museo di Capodimonte di Napoli punterà alla realizzazione di un campus culturale, avviando le procedure il restauro, il riutilizzo e la valorizzazione degli edifici storici presenti nel Real Bosco. Tra due anni sapremo chi sarà stato bravo e chi meno. (mfs)

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