07 maggio 2018

Aprite quella porta, a Roma torna Open House. Il progetto presentato oggi al MAXXI

 

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Presso la Sala Graziella Lonardi Buontempo del Museo MAXXI, si è svolta lunedì, 7 maggio, la presentazione di “Open House Roma 2018-Fattore Umano”. Sull’argomento sono intervenuti Massimo Adario, Martin Soto Climent (artista), Davide Paterna (Direttore Open House), Pietro Barrera (Segretario generale Fondazione MAXXI), Edoardo La Sala, in assenza di Paola Fazi, per Gimema Onlus. Purtroppo a causa di un impegno improvviso, Luca Bergamo, Vicesindaco di Roma con delega alla Crescita culturale, non ha potuto presenziare. L’evento, giunto alla sua settima edizione, è organizzato dall’associazione Open City Roma, realizzato con la partneship di Roma Capitale-Assessorato alla Crescita Culturale e della Regione Lazio e patrocinato dal Senato della Repubblica, Università di Roma la Sapienza, Tor Vergata e Roma Tre. 
Il programma quest’anno coinvolge circa 200 siti notevoli per le loro caratteristiche architettoniche e che, in un solo weekend, dal 12 al 13 maggio, saranno aperti gratuitamente, con un calendario di diverse attività. Spazi ed eventi saranno divisi in aree tematiche ben distinte: città della conoscenza, attraversare la storia, architettura del quotidiano, abitare, patrimonio creativo. 
Open House Roma si sviluppa grazie all’incisivo apporto culturale e creativo dato dai «militanti culturali» come sottolineato dallo stesso Paterna, il fattore umano, appunto. «Più di settecento persone sono coinvolte, contribuendo in qualcosa di straordinario: aprire le porte della città a tutti. Vorrei parlare del concetto base sul quale si fonda “Open House”. Quest’ultima nasce nel 1992 a Londra, creando una rete coinvolgente che segue il mood della caduta del muro di Berlino, ovvero: aprire ogni barriera, ogni muro che delimiti spazi privati e pubblici, per andare a favore di una cultura che sia alla portata di tutti dando un senso aggregativo comune». 
Edoardo La Sala ha evidenziato la presenza di Gimema Onlus nella sezione “Città della conoscenza”, per mettere in risalto le tantissime realtà che Roma porta avanti riguardo la scienza. Gimema Onlus sarà protagonista ospitando l’evento a Pastificio Pantanella. Sono intervenuti Massimo Adario e Martin Soto Climent, architetto il primo e artista il secondo, che fonderanno le due arti in un assunto dinamico e contemporaneo, tutto da esplorare. Soto Climent ha detto di aver iniziato a lavorare «con oggetti comuni, poveri, e ogni volta mi rapportavo con l’architettura. Penso che l’uomo sia il risultato di un insieme, di una rete complessa e intricata quindi l’idea del lavoro è quella di rappresentare questo reticolo che continua a crescere utilizzando oggetti comuni come la calza che, come una seconda pelle, s’inserisce dinamicamente nell’architettura per fruirla completamente. Incontro tra architettura e arte deve essere un augurio per questa città affinché Open House continui a svilupparla, mobilitando la città in favore della cultura». 
Qui il programma completo. (Valentina Muzi)

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