02 luglio 2018

Cingono le braccia intorno alla materia viva. Da Casa Morra, la performance di Thomas de Falco

 

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Elementi naturali e forme umane trovano un punto di contatto in Materie, lavoro performativo di Thomas de Falco, messo in scena, a cura di Lucrezia Longobardi, negli spazi museali di Casa Morra, una delle tre sedi, insieme al Museo Nitsch e all’Associazione Shimamoto, della Fondazione napoletana plasmata dal gallerista e mecenate Giuseppe Morra. L’artista, recentemente impegnato in una mostra personale presso la Triennale di Milano, dal titolo Nature, arriva a Napoli per realizzare questo suo progetto dopo un periodo di residenza in città, durante il quale ha avuto modo di riflettere sulle delicate tematiche legate al concetto di confine, esaminando tale termine dal punto di vista semantico, estetico e, inevitabilmente, anche dal punto di vista politico. 
uest’insieme di riflessioni sul confine sono pienamente visibili nel lavoro di tessitura compiuto per la performance all’interno del personale percorso di ricerca. Il lavoro di de Falco, come già visto in altre occasioni, è fortemente caratterizzato da una particolare tecnica tessile, il wrapping, che consiste nell’attorcigliare intorno a un corpo, sempre di natura tessile, dell’ulteriore tessuto, fino ad arrivare alla creazione di forme che ricordano, dal punto di vista morfologico, le radici degli alberi. Queste particolari tessiture, oltre a essere presentate in installazioni a parete, si incatenano perfettamente ai corpi dei performer e alle stesse strutture architettoniche del monumentale scalone ottagonale di Casa Morra che, percorso sinuosamente, viene ridisegnato in una giustapposizione di “materie vitali” che rendono ancora più sacro l’indissolubile legame esistente tra uomo e natura. Legame che visivamente e poeticamente si congiunge in maniera perfetta al concetto di confine, da limite naturale fino a ottusa idea di isolamento e auto imposizione nei confronti dell’altro. 
De Falco, pur mettendo al centro della composizione l’impulso estetico-visivo dei materiali, non si allontana dal contesto storico e politico del nostro tempo, con performer di etnie diverse che rimarcano quella straordinaria idea di umana famiglia unica, che vive legata alla natura e al cospetto delle proprie radici, in una sorta di grande abbraccio materno. (Emanuele Castellano)
In home e in alto: credit Fabiola Skraqi

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