28 agosto 2018

Cresce l’attesa per il Festival del Cinema di Venezia, tra polemiche di genere e serie tv

 

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Manca ormai pochissimo per la 75ma edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia che, come al solito, si annuncia ricchissima di cose da vedere, a iniziare delle stelle, come Damien Chazelle e Ryan Gosling che, di nuovo insieme dopo i fasti di La La Land, apriranno il concorso con First Man, biopic sull’astronauta Neil Armstrong. Dal 29 agosto, saranno 21 i film in gara che si contenderanno il Leone d’Oro, che sarà poi annunciato l’8 settembre, durante la cerimonia presentata da Michele Riondino a Palazzo del Cinema, sul Lido di Venezia, l’ambientazione iconica del capolavoro di Luchino Visconti, La morte a Venezia. Come dalla scorsa edizione, due sono i Leoni d’oro alla carriera, assegnati a un regista e a un attore. Come già annunciato, il regista è David Cronenberg, l’attrice è Vanessa Redgrave
Unica donna in gara, l’australiana Jennifer Kent che, però, punta in alto e centra la questione con The Nightingale, la storia di una giovane donna irlandese in cerca di vendetta, nella Tasmania del 1820. La questione di genere non è sfuggita e ha trovato risonanza specialmente sulla stampa anglofona. Alcune associazioni femministe hanno anche indirizzato una lettera al direttore artistico, Alberto Barbera, che già nel corso della conferenza stampa aveva risposto sull’argomento: «Mettere un film in concorso solo perché è stato diretto da una donna sarebbe estremamente offensivo per la regista stessa. Preferirei cambiare lavoro piuttosto che selezionare un film solo perché c’è una donna alla regia». In ogni caso, nelle altre sezioni del festival sono state inserite 11 registe, tra le quali anche Valeria Bruni Tedeschi con Les Estivants-I villeggianti, fuori concorso. 
Tra i vari titoli in gara, attesissimi sono The favourite, di Yorgos Lanthimos, con Olivia Colman, Emma Stone e Rachel Weisz, The sister brothers, che doveva approdare a Cannes, western europeo di Jacques Audiard con Joaquin Phoenix e Jake Gyllenhall, e The ballad of Buster Scruggs, altro western, in sei episodi e made in Netflix, di Ethan e Joel Coen con James Franco, Tom Waits e Liam Neeson. A proposito del colosso delle serie tv da divano, non sono mancate le polemiche e d’altra parte Paolo Baratta e Alberto Barbera se lo aspettavano. 
Infatti, la scelta di includere ben sei film prodotti o trasmessi da Netflix è in dichiarata controtendenza rispetto al Festival di Cannes – che ha vietato tutto, anche i selfie – e ha suscitato le ire di ANEC-Associazione Nazionale Esercenti Cinema e ANEM-Associazione Nazionale Esercenti Multiplex, che hanno contestato, in particolare, la contemporaneità dell’uscita di alcuni film sia in sala che su altri mezzi. «Si tratta di un tema molto delicato che andrebbe affrontato d’intesa con tutti gli operatori della filiera cinematografica, specie in un periodo in cui l’esercizio – che rimane il principale canale di sfruttamento e di valorizzazione di un’opera cinematografica – è in una fase di grave crisi, per via di problemi strutturali del mercato (stagionalità e fiscalità in primis) che meritano un approfondimento e un’analisi che si stanno sviluppando presso i competenti contesti istituzionali», hanno scritto le sigle, in un comunicato congiunto. 
Ma Venezia ha deciso di puntare forte sul fenomeno serie tv e l’aspettativa è altissima anche per L’amica geniale, serie diretta da Saverio Costanzo e prodotta da HBO, RAI Fiction e TIMVISION, ispirata alla saga letteraria di Elena Ferrante, di cui saranno proiettate le prime due puntate.

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