04 settembre 2018

#metoo Rinascimento. La parità dei sessi, per i nudi della Royal Academy

 

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Gli effetti dei movimenti #metoo sugli allestimenti museali non hanno tardato a farsi sentire ed era ovvio, considerando che, dopotutto, è ancora nei musei che si concentrano le immagini più influenti, determinanti per i processi di costituzione delle identità. Qualche mese fa, il Metropolitan di New York si è trovato ad affrontare una spinosa querelle relativa a Thérèse Dreaming, opera di Balthus tacciata di espliciti riferimenti pedopornografici. Questa volta, la Royal Academy di Londra, facendo tesoro del famoso motto sull’importanza della prevenzione, ha già annunciato ufficialmente che “The Renaissance Nude”, mostra in apertura nel 2019, in collaborazione con il J. Paul Getty Museum di Los Angeles, conterrà un numero proporzionato di soggetti maschili e femminili. A prescindere dalle questioni di genere, la mossa è indovinata anche dal punto di vista critico e storiografico, perché l’esposizione sarà scandita da più di 80 opere, datate dal 1400 al 1530, realizzate da artisti come Tiziano, Raffaello, Michelangelo, Bronzino, Leonardo, Dürer e Cranach, che tracceranno una esaustiva linea di sviluppo dell’idea e dell’ideale del corpo, tra arte religiosa e arte secolare, in tutta Europa. «I curatori sono molto felici di iniziare a considerare un bilanciamento tra uomini e donne», ha detto Per Rumberg, della Royal Academy, facendo riferimento non solo alla selezione delle opere ma anche alle persone che hanno lavorato alla progettazione della mostra. 
E il 2019 della Royal Academy si preannuncia ancora sulla scia del Rinascimento, con “Bill Viola / Michelangelo”, dal 26 gennaio, mostra che esplorerà i temi della bellezza e dell’emozione, come interpretati a distanza di secoli da due maestri.

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