23 ottobre 2018

La pittura che è un po’ musica. A Palazzo Grassi, due appuntamenti per Albert Oehlen

 

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Ci sono molti modi per comprendere la ricerca affrontata da un artista. Nel caso di Albert Oehlen, per entrare nei meandri della sua pratica creativa, abbiamo già assistito alle velocissime a acrobatiche evoluzioni eseguite da skater professionisti, sfreccianti nell’atrio di Palazzo Grassi, sede di “Cows By The Water”, ampia personale a cura di Caroline Bourgeois, in corso fino al 6 gennaio 2019. 
D’altra parte, l’artista tedesco, vicino alla corrente Neue Wilde, ha fatto della processualità il suo metodo di lavoro e ha affrontato il grande tema della pittura e del suo superamento – argomento squisitamente mitteleuropeo – sperimentando le reazioni di diversi tipi di strumenti e supporti, ibridando tradizione e contemporaneità, accademia e cultura pop, dagli stracci ad Autocad, dalle bombolette spray alle stampanti, fino alle tavole da skate. E adesso, una nuova occasione per continuare sulla scia di questo percorso di approfondimento, con un doppio appuntamento, tra la concretezza delle parole e le sfumature della musica. 
Mercoledì, 24 ottobre, alle 18, al Teatrino di Palazzo Grassi, una conversazione tra Jean Pierre Criqui, conservatore al Centre Georges Pompidou di Parigi, e Mark Godfrey, curatore alla Tate Modern di Londra, che dialogheranno intorno all’opera di Albert Oehlen e alle sue connessioni con le temperie pittoriche contemporanee sulla scena internazionale. Si continuerà giovedì, 25 ottobre, alle 21, quando l’atrio di Palazzo Grassi sarà inondato dalle sonorità del trio Steamboat Switzerland, composto da Dominik Blum all’organo, Marino Pliakas al basso e Lucas Nigli alla batteria. Su invito dello stesso Albert Oehlen, il gruppo si esibirà con un repertorio che oscilla tra nuova musica e improvvisazioni jazz, cui si aggiungono influenze che spaziano dall’hardcore al drum’n’bass passando per il noise, rifuggendo qualunque tipo di classificazione. Gli stessi Steamboat Switzerland si definiscono “avantcore Hammond trio” a sottolineare la complessità del proprio tessuto musicale, così come estremamente variegata è la gamma di generi nella produzione di Oehlen. 
Una pratica artistica che, come la musica, è fatta di contaminazione e ritmo, improvvisazione e ripetizione, densità e armonia. E infatti, per accompagnare i visitatori nell’esplorazione di “Cows by the Water”, è possibile ascoltare una playlist di Spotify, partner della mostra, creata ad hoc dall’artista. 
La musica tornerà anche il 29 novembre, per l’esibizione di Ken Vandermark e Paal Nilssen-Love, tra gli ensamble preferiti da Oehlen. 
In home: Albert Oehlen, Selbstporträt mit Palette, 2002/2005. Pinault Collection © Albert Oehlen © Palazzo Grassi, ph: Matteo De Fina 
In alto: Albert Oehlen, Ohne Titel, 2007. Pinault Collection © Albert Oehlen © Palazzo Grassi, ph: Matteo De Fina

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