08 dicembre 2018

L’instabile struttura del fallimento. Alessandro Fonte da Srisa Project Space di Firenze

 

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Presso il project space della Srisa, a Firenze, è in chiusura “L’assedio”, personale di Alessandro Fonte, a cura di Alessandra Franetovich. Distribuita in tre ambienti e costituita da opere di diverso formato, la mostra sviluppa il tema della condizione umana declinandolo a livello interpretativo come tentativo di raggiungere uno stato di benessere che viene costantemente negato. Utopia, armonia, collettività, lotta, intimità e caduta sono le parole guida che circoscrivono la cornice semantica al cui interno si sviluppano le opere di Fonte, ognuna intesa come tentativo di conquista. Tentativo però, che in quanto tale, espone sempre alla possibilità del fallimento. 
L’assedio si apre con Senza titolo, 2016, un disegno su carta il cui stile, netto e senza sfumature, richiama volutamente un’estetica progettuale. Si tratta di due scale addossate una all’altra, sulla somma di quella superiore è posizionato un trono. La struttura disegnata ha però qualcosa di instabile, di sbilanciato e inquietante, che viene contraddetto dalla stabilità iconica del trono. Sulla parete opposta, nel video Unisono, 2013, vediamo un violinista suonare all’interno di uno spazio industriale nel tentativo di imitare la frequenza emessa da due aspirapolveri. Il musicista cerca così un’armonizzazione impossibile, non solo a livello acustico, quanto, in maniera assai più radicale, a livello biologico. Ritmi differenti e opposti che proseguono in Radio Cantiere, 2018, traccia sonora che alterna, troncandoli, brani di musica pop italiana ai fruscii delle onde radio. 
Nella seconda stanza è collocata l’opera La giostra dell’avvicinamento (rituale per 8 persone e 8 rapaci imbalsamati), video realizzato nel 2015 assieme a Shawnette Poe (con cui Fonte ha formato un duo nel 2010). La scena ripresa presenta otto performer non professionisti, posizionati lungo gli angoli di un tavolo ottagonale e otto rapaci imbalsamati in prossimità di questi. Le persone si passano fra loro un pezzo di ghiaccio a forma d’uovo. La collettività è chiamata a costruire un rito laico, a far riemergere e rinnovare un sottostrato culturale dimenticato, mentre al singolo è lasciata la scelta di tenere l’uovo ghiacciato nelle proprie mani e di caricarsene per un arco temporale che sia il più lungo possibile. Il corridoio si tramuta così in un interstizio temporale in cui scienza e ritualità si compenetrano. 
Nella terza stanza, Fonte presenta tre lavori così come nell’ambiente d’ingresso, però qualcosa è mutato e le opere sono collocate a terra: la spinta utopica di una possibile armonizzazione è definitivamente collassata. Al centro della stanza l’opera 2×2, 2018, modellino in legno di una stanza da letto, in cui le porte d’entrata vanno a “mangiare” la forma del letto. Le porte, in quanto connessione con l’esterno, e rappresentazione del carattere dualistico dei rapporti umani, divengono un elemento che sottrae fisicamente spazio all’intimità. In prossimità è posizionato il video Humming, 2018, su schermo di dimensioni ridotte, poggiato sul pavimento in posizione inclinata. La registrazione ripropone un collegamento con l’idea di amore e contatto che 2×2 sembrava suggerire ma senza compierla, per trasporla in un amplesso fra due vespe. Un mondo altro le cui gestualità, sebbene finalizzate alla riproduzione, ci appaiono come una lotta per la sopravvivenza e per il riconoscimento. Il video che chiude il percorso, Condizioni di rottura, 2018, si pone come telos dell’intero progetto. Qui una serie di filmati relativi alle valanghe, da quelle vere a quelle reinventate dei cartoni animati, sono montate per creare una sequenza tragica della completezza del fallimento, a redimere la narrazione impetuosa è solo la forma di questo video che, diversamente dagli altri in mostra, ha una sagoma circolare, che suggerisce una visione ciclica delle cose, una frontiera instabile in cui la causalità si inverte in pura casualità. 
Il principio dominante dell’intero progetto è, di fatto, l’architettura, intesa come ricerca di un insieme teorico in grado di raccogliere, armonizzare o, talvolta, far implodere i vari mondi che abitano la terra, dall’uomo agli insetti, ed è forse da una mancanza di architettura, come disegno o progetto generale del tutto, che nasce la condizione dell’essere assediati. (Marco Ferraris
In home: Alessandro Fonte, Condizioni di rottura / Breaking conditions, video installazione, 2018 
In alto: Alessandro Fonte, Humming, video, 2018

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