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Le opere di Gabriele Silli, esposte in uno spazio recuperato in via Macerata 55 a Roma nella sua personale “Martello-Fiore op. 15-18”, sono difficilmente classificabili. La curatrice della mostra Giuliana Benassi le definisce «escrescenze cristalline» ma la descrizione suggerisce ma non esaurisce la natura di questi lavori, disposti su sei ambienti, al piano terra e in un sotterraneo dalle pareti grezze.
Realizzati in tempi diversi e con i materiali più disparati, che vanno dalle colle ai Chupa Chups fino ai dildo, questi assemblaggi materici, battezzati dall’artista Germinal hanno un aspetto inquietante, quasi minaccioso e a tratti disgustoso, ma con un impatto notevole, soprattutto quando sorgono dal suolo come rocce aliene, coperte di muschi dai colori psichedelici, mentre se fuoriescono dalle pareti la loro dimensione espressiva risulta meno selvatica e più addomesticata. Interessanti anche i lavori della serie Osseminal, disseminati sul pavimento dell’oscuro sotterraneo come presenze animali o gelatinosi invertebrati, anche se l’artista li definisce «peni in stati diversi di eccitazione». Pur essendo di dimensioni più piccole rispetto alle sculture del piano superiore, queste opere svelano una fattura altrettanto complessa: sono creature fantasmatiche che sembrano uscite dalle pagine dei racconti di Howard Phillip Lovecraft che compongono il mito di Cthulhu.
La sera dell’inaugurazione, lo strongman Emanuele Greco ha distrutto con una mazza metallica una scultura dall’aspetto gelatinoso, con un unico gesto simile a un rito propiziatorio primitivo. Promossa da Pietrarco Franchetti, la mostra è aperta da giovedì a domenica dalle 19 alle 21 fino al 20 dicembre e merita senz’altro una visita. (Ludovico Pratesi)
In alto: ph. Federico Tribbioli