12 marzo 2019

Aspettando la marcia di FridaysFuture, la Triennale di Milano racconta il potere green

 

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Greta Thunberg, studentessa svedese sedicenne, dall’agosto del 2018 si presenta ogni venerdì mattina davanti al palazzo del Parlamento di Stoccolma, per protestare contro l’indifferenza dei politici verso emergenze ambientali e il cambiamento climatico. Da quel momento, ogni venerdì, giovani e studenti preoccupati per il loro futuro hanno iniziato a ritrovarsi in diverse città europee, coordinandosi via social, attraverso hashtag come #FridaysFuture, o in breve #FFF, e #ClimateStrike. Venerdì, 15 marzo, è prevista una manifestazione globale e, a Milano, Giuseppe Sala invita i cittadini a unirsi ai giovani e incontrarsi alla Triennale, dove è in corso la XXII Esposizione, perché saranno loro e non i politici a salvare il mondo. 
Per contenere i danni arrecati alla natura, spezzata dall’irresponsabilità dell’uomo, piantiamo più alberi. È la proposta sovversiva ma pragmatica ideata nell’ambito della mostra intitolata “Broken Nature: Design Takes on Human Survival”, aperta al pubblico fino al primo settembre, curata da Paola Antonelli
Al primo piano del Palazzo dell’Arte, è visibile. poi, la mostra “La Nazione delle Piante”, a cura di Stefano Mancuso, luminare nella neurobiologia vegetale, professore all’Università di Firenze, autore di volumi scientifici e di diverse pubblicazioni su riviste internazionali, con la supervisione artistica di Marco Balich e la produzione esecutiva di Feel Rouge Worldwide Show, di Carolina Dotti e Valentina Saluzzi. Un’esposizione ideata per mostrare come e perché le piante, capaci di rigenerarsi, hanno già inventato un futuro da ascoltare, da imitare con innovative soluzioni adattate all’architettura e al design. I vegetali sono creature intelligenti, in grado di percepire l’ambiente circostante attraverso una sensibilità particolare, lo dimostra Mancuso con questa mostra incentrata sull’insospettabile potere del mondo vegetale. L’85% della biomassa del nostro pianeta è composto da specie vegetali comparse prima dell’umanità, capaci di sopravvivere nei secoli, perché la natura non ha bisogno di noi per sopravvivere. Attraverso cinque sezioni, lo spettatore attraversa un viaggio immersivo, tra installazioni multimediali, video, luci, suoni e parole che mostrano l’intelligente sensibilità delle piante, invisibile all’occhio umano. 
I versi degli animali che popolano la Terra diventano arte nell’istallazione ambientale The Great Animal Orchestra, prestata alla XXII Triennale dalla Fondation Cartier e creata dal musicista e biofonico americano Bernie Krause e dal collettivo inglese United Visual Artist. L’opera visiva da ascoltare sorprende per un repertorio polifonico suggestivo, generato dalla natura quando è in equilibrio. Krause ha registrato le voci di 15mila specie animali lungo un arco temporale di quasi cinquant’anni e tali suoni non sono disposti in maniera disordinata o casuale ma organizzati con precisione, tanto da costituire un’orchestra. Panorami sonori e visivi trasposti in un’installazione elettronica e poetica, dove arte e tecnologia si compenetrano e il visitatore, immerso in tanta bellezza, non può che ringraziare. (Jacqueline Ceresoli)

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