31 maggio 2019

L’umanità in ogni avventura. Hugo Pratt e Corto Maltese in mostra all’Archeologico di Napoli

 

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Alla sala sotterranea del MANN-Museo Archeologico di Napoli che ospita la mostra dedicata a Hugo Pratt e alla sua icona, Corto Maltese, ci si arriva un po’ perdendosi. È quasi una piccola avventura, dove l’incrocio con le statue di Canova e i severi volti barbuti di avi eminenti rischia di farti perdere la bussola. Ritrovata e superata l’interrata saletta della sezione epigrafica – che a dire il vero potrebbe essere un’arguzia di allestimento ispirata allo stesso Pratt – si giunge nell’ambita sala del tesoro dove, tra antichi vasi e decori di pesci e gabbiani prattiani, fanno bella mostra le tavole originali di vere pietre miliari delle vicende del fumetto mondiale, blocchi di storia che, al pari delle argille smaltate, sono testimonianza del genio umano.
“Il Viaggio Straordinario” che dà il titolo all’esposizione, organizzata da COMICON in sinergia con Patrizia Zanotti di CONG, è quello di Pratt e dei suoi percorsi di vita vera, ben documentati dal docufilm francese di Thierry Thomas proiettato nel salone. Ma è anche il viaggio di Corto Maltese, alter ego e memoria storica del disegnatore stesso, completatore ideale dei viaggi reali intrapresi in vita da Pratt. Che parla di sé e di Corto quando dice: «Questi sono avventurieri ma l’avventuriero è sempre visto come uno che non ha le carte in regola, un emarginato, uno così…invece non è vero, perché l’avventura vuol dire avvenire, vuol dire quello che succederà domani». Allo stesso tempo emerge una legittimazione continua dello stato da apolide, da vivere non con malinconia da esule ma come spugna assorbente, capace di acquisire i valori e le tradizioni, l’umanità di ogni luogo, per rendere ogni luogo come casa sua, dove una donna lo attende, un amico gli offrirà da bere. «Corto è uno straniero e appare strano, non familiare e incomprensibile ma non è un migrante né un esiliato. Nessun obbligo lo inchioda al suo girovagare…».
Disegni acquerellati, baloons cancellati e poi riscritti, invitano lo sguardo a indagare con curiosità le tavole primigenie che hanno dato vita alle narrazioni più amate delle vicende di Corto. Gli altri lavori di Pratt, presentati solo in minima parte, servono a dimostrare l’incredibile sete di avventura e la grande vena creativa del genio veneziano ma dove si scorge il poeta e il grande artista è proprio nelle tavole del Marinaio di Malta. Qui Pratt può riportare se stesso nei mondi terribili e fantastici della sua giovinezza da soldato, delle sue letture preferite, del suo peregrinare da disegnatore e scrittore in cerca di pubblici attenti, di collaborazioni preziose.
Conquistare quelle isole di cultura e di civiltà che Corto saprà svelarci in alcuni magici momenti di coincidenze storiche, di incontri epifanici e mistici. Sentirsi come un avventuriero che attraversa i mari dell’umano e ne fa materia pregiata. «Mio padre aveva ragione, l’ho trovata la mia isola del tesoro. L’ho trovato nel mio mondo interiore, nei miei incontri, nel mio lavoro. Trascorrere la vita in un mondi di fantasia, questa è stata la mia isola del tesoro». Un tesoro che, pur in piccola parte, si può ammirare a Napoli, fino al 9 settembre. (Gabriele Toralbo)

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