02 luglio 2019

Alberto Garutti illumina piazza del Popolo con le luci delle speranze nate a Roma

 

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Un dialogo tra l’arte e la città, attraverso la luce di una nuova speranza. Ai nati oggi, intervento di arte pubblica di Alberto Garutti, arriva a Roma, in piazza del Popolo, per un progetto presentato dal MAXXI, a cura di Hou Hanru e Monia Trombetta e in collaborazione con Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS. Realizzato a partire dal 1998 e portato in città come Gent, Instanbul e Mosca, il progetto intende celebrare la vita e prevede l’intensificarsi della luce dei lampioni della piazza per ogni nascita registrata nel reparto maternità del Gemelli. 
«Ai nati oggi è un’opera che si relaziona con la città a differenti scale, che è visibile e non visibile: produce una sorta di urbanistica narrativa. Quando penso a questo lavoro, immagino sem¬pre una mappa della città fisica che pulsa e una mappa della città mentale che ogni passante produce. L’immagine che racconto è in fondo una natività, un tema classico della pittura», ha spiegato Garutti. 
Tramite un pulsante premuto in reparto in occa¬sione di ogni nuova nascita, il sistema di lampioni aumenta gradualmente l’intensità luminosa della piazza, per poi tornare dopo circa trenta secondi alla media costante di illuminazione. Una variazione di luce che sospende il flusso ordinario della vita cittadina, per omaggiare con delicatezza l’unicità di ogni nuova nascita. E immaginiamo quanto potranno essere evidenti le pulsazioni della luce, visto che, ogni anno, oltre 4mila nati vengono alla luce al Policlinico, quindi più di 11 bambini al giorno. Nella piazza e in corrispondenza dei principali accessi pedonali, sono state poi allestite anche delle lastre in ferro, con un testo che racconta il funzionamento dell’opera. 
«In un momento di paura, indifferenza e violenza, questo progetto di Alberto Garutti è un meraviglioso benvenuto alla vita, un gesto di accoglienza, un abbraccio all’esistenza preziosa di ognuno, di ogni essere umano senza identificazione di nazionalità, etnia, religione. Un inno alla delicatezza e alla sacralità dell’umano. Con quest’opera di arte pubblica il MAXXI ancora una volta esce dalle gallerie del museo per trasformare le strade e le piazze di Roma in luoghi di incontro, condivisione e confronto attraverso i linguaggi dell’arte contemporanea», ha detto Giovanna Melandri, Presidente Fondazione MAXXI. 
«Iniziative come questa umanizzano la vita dell’ospedale e contribuiscono a renderlo un luogo più vicino a tutti i cittadini», ha commentato Giovanni Raimondi, Presidente della Fondazione Gemelli.

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