13 dicembre 2017

L’arte è di casa in banca. A Castellamare, la sede di Generali diventa spazio espositivo

 

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«Che sia un museo o una banca, se l’arte ha qualcosa da comunicare, riesce a farlo in ogni luogo». Queste le parole che leggiamo a conclusione del testo critico scritto da Rita Alessandra Fusco ad accompagnamento della mostra Three Rooms, presso la Banca Generali di Castellamare di Stabia, un epilogo che è prologo, incipit da cui nasce il progetto. Tre stanze di una banca trasformate in uno spazio espositivo temporaneo, per testimoniare che sono sì importanti i contenitori ma lo sono di più i contenuti. Marco Abbamondi, Max Coppeta e Amedeo Sanzone sono chiamati a dar forma all’incontro tra il mondo comunicativo dell’arte con quello dell’economia, attraverso il loro peculiare linguaggio affidato alla materia. 
Accettata la sfida, il cemento di Abbamondi, il vetro di Coppeta e il lexan di Sanzone traducono, con un linguaggio impulsivo e concettuale, la sensazione di un equilibrio precario ma rassicurante allo stesso tempo. Le perfette superfici di lexan esposte da Sanzone, al cui interno è racchiuso un elemento di imperfezione, un difetto, sposano pienamente la precarietà di questo insolito incontro.Precarietà manifestata con altrettanta sapienza nella materia cementizia di Abbamondi, per natura espressione di certezza e indistruttibilità, che arricchita di crepe definisce le incertezze necessarie per vivere, come le rughe che solcano il corpo di un uomo a ricordo di ciò che siamo. Per ritrovare tutto ciò racchiuso nei corpi, quasi intangibili, di Coppeta che, attraverso la fragilità del vetro, crea nuovi, esili pensieri. Tre artisti che danno un ottimo spunto di riflessione su come i materiali, spesso considerati sterili e asettici, possano essere veicoli di emozioni, in un contesto allo stesso modo non congeniale. (Annachiara De Maio)

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