13 dicembre 2017

Questa opera è aperta? Al Museion di Bolzano, si parla dell’arte di entrare nell’arte

 

di

C’è stato un momento in cui non è stato più possibile tirarsi indietro. A un certo punto, l’arte si è aperta, è diventata percorribile, attraversabile, ha superato ogni tipo di limite e ha finito con il coinvolgere l’osservatore, facendolo diventare parte attiva di questa sua struttura espansa. Ma quando è successo, come è perché? Ce ne parlerà Andreas Hapkemeyer, responsabile per ricerca e insegnamento a Museion, in occasione dell’appuntamento che si terrà giovedì, 14 dicembre, alle 19, nell’ambito de “Nel Contesto”, il programma di incontri durante i quali il pubblico, anche quello meno esperto, può avvicinarsi ai temi e ai concetti base dell’arte contemporanea. Come si è passati dalla scultura tradizionale all’installazione e a lavori in cui il pubblico può entrare, muoversi o che può addirittura utilizzare? Cosa ha a che fare con l’arte sprofondare in un divano, camminare senza scarpe su una morbida moquette rossa, leggere, bere un caffè o lasciar correre l’immaginazione seguendo un gioco di luci? Lo capiremo mettendoci concretamente alla prova, prendendo le mosse da Installation Art, la mostra attualmente allestita al museo di Bolzano, a cura di Letizia Ragaglia e con installazioni di grandi dimensioni di Carl Andre, Mirosław Bałka, Robert Barry, Massimo Bartolini, Monica Bonvicini, Angela Ferreira, Spencer Finch, Sylvie Fleury, Werner Gasser, Luis Jacob, Hubert Kostner, Matt Mullican, Otto Piene, Superflex, Günther Uecker, Michel Verjux, Luca Vitone, Heimo Zobernig.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui