24 gennaio 2009

Da Bologna: va ad Alberto Tadiello la Settima edizione del Premio Furla

 

di

Alberto Tadiello - Shift
È il ventiseienne Alberto Tadiello il vincitore della Settima edizione del Premio Furla, uno degli eventi più attesi nell’ambito di Artefiera. La giuria internazionale, composta da Marina Abramovic (artista madrina del Premio Furla 2009), Alessio Antoniolli (direttore Gasworks, Londra), Zdenka Badovinac (direttrice Moderna Galerija / Museum of Modern Art, Lubiana), Roberto Daolio (critico e curatore indipendente) e Hans Ulrich Obrist (co-direttore Serpentine Gallery, Londra), ha proclamato il nome dell’artista vincitore al termine della tavola rotonda promossa dal Premio Furla 2009 “Progettare per un artista”. Oltre al vincitore, gli artisti finalisti erano Giorgio Andreotta Calò, Meris Angioletti, Giulia Piscitelli e Ian Tweedy. Fra le motivazioni della scelta ci sono “la valenza puramente funzionale e allo stesso tempo strutturale dell’opera, il fatto che il suo progetto fa sentire la presenza fisica e immateriale del suono provocando una tensione vitale, la capacità di rendere poeticamente manifesta ai sensi l’energia nascosta del reale, la sua dimensione di artista inventore che lascia immaginare un futuro ricco di nuove idee creative, la facoltà di assorbire e rilanciare l’energia parassita del sistema dell’arte, e il fatto che arriverà molto in alto essendo anche alpinista. Come diceva Giovanni Segantini: ‘voglio vedere le mie montagne’”.






Info: 0276075146 – carolina.profilo@furla.it
Web: www.furla.com

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5 Commenti

  1. ormai non mi stupisco più di niente!!!
    ma che barba, che noia, direbbe la mondaini!
    ma come è possibile che in italia ogni anno vi è l’usanza di dare i premi importanti ad un unico e solo artista?
    tadiello è la moda del momento, ma penso che sarebbe più intelligent premiare anche altri artisti.

  2. Triennale, corso ratti, atelier al docva e alla BLM, finalista a present&future, premio giovane arte di trieste e ora il Furla, per non dire delle mostre: in un anno il cursus honorum dell’artista veneto è perfetto. Unica sfiga: Beatrice in Biennale. Dicono si consolerà vincendo la corsa coi sacchi d’Arpino e X-Factor

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