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Parola d’ordine? Leggere. Su tablet o pagine di carta poco importa. Per questo motivo il Ministro Dario Franceschini oggi ha proposto un emendamento per IVA al 4 per cento per gli e-book: «Un libro è un libro indipendentemente dal suo formato, solo un incomprensibile meccanismo burocratico può consentire un regime fiscale discriminatorio per gli e-book».
L’articolo coinvolto nella nuova tassazione è il 17 della legge di stabilità 2015 che prevede, ai fini della imposta sul valore aggiunto, di considerare libri tutte le pubblicazioni identificate da codice ISBN e veicolate attraverso qualsiasi supporto fisico o tramite mezzi di comunicazione elettronica. Sparirebbe così l’assurdo divario del 18 per cento tra una pubblicazione cartacea e un volume comprato in formato elettronico (tutt’ora al 22 per cento di Imposta Valore Aggiunto), che ancora resta in Europa.
«Con le nuove norme l’IVA sugli e-book viene abbassata ed equiparata a quella prevista per i libri cartacei, superando così un regime fiscale discriminatorio sulla lettura», ha ricordato il Ministro. Nessun titolo e autore così sarà considerato “minore”, in base alla sua pubblicazione digitale o stampata. Almeno si spera.