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Dal titolo si direbbe un paradosso, e invece no. Il Metropolitan Museum di New York, che ha venduto in asta qualcosa come 3mila e 290 oggetti d’arte nel corso della gestione 2012-2013, e che continuerà fino al prossimo giugno, lo ha fatto per “migliorare la qualità delle proprie collezioni”. Nessun benefit dunque ai costi di gestione, ma solo un tesoretto per l’acquisto di pezzi sempre migliori e sempre più “alla moda”, se così si può dire. Un numero all’apparenza spropositato di pezzi, che hanno permesso però al museo una performance che vale 5,4 milioni di dollari, a cui hanno contribuito anche i pezzi degli “Antichi Maestri” donati, tra gli altri, dall’ex presidente del MET George Blumenthal, scomparso ormai oltre 70 anni fa, nel 1941. Ceduta dopo la morte del collezionista, in questo caso gli eredi dei donatori possono essere tenuti all’oscuro delle vendite, perché passati oltre venticinque anni dall’atto della donazione. «Il museo è da sempre impegnato nella valutazione delle proprie collezioni per fare spazio a nuove acquisizioni che meritano di essere valorizzate», ha dichiarato il portavoce Harold Holzer. E, non in ultimo, anche perché pure il Metropolitan non ha un deposito infinito, e già tutto quello che era parte del fondo del Costume Institute è stato trasferito a Brooklyn. E così si fa spazio, ai giovani. O ai più famosi.