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Tania Bruguera Presidente di Cuba? Qualcuno non aspetterebbe altro, e se l’arte superasse la realtà allora forse sarebbe non tanto un miracolo, ma l’utopia realizzata che invocava anche il situazionismo, per esempio.
Peccato però che l’artista, nel suo annunciarsi come “successiva” a Castro, il cui mandato terminerà nel 2018, non abbia fatto i conti con una questione: non si può correre per la presidenza di Cuba. L’isola socialista non è una democrazia, ma uno stato a partito unico. Eppure l’Artivismo, come lo definisce la stessa artista, è proprio una performance satirica che richiama l’attenzione alla realtà imbarazzante per cui i governanti di Cuba non sono liberamente eletti dal popolo.
Ecco perché il messaggio, anche stavolta, è costruire una Cuba diversa non solo grazie all’arte, ma usando anche l’arte perché il Paese non sia più in mano a pochi, per cambiare la cultura della paura.
Anche stavolta però, almeno per ora, si tratta di utopia, ma il Guardian ci scherza su, visto che l’ironia insieme alla capacità di immaginazione è forse una delle poche armi che i cubani, tra restrizioni alla libertà di espressione, associazione e movimento, hanno in mano. Quando non viene confiscato loro qualcosa, come era accaduto a Bruguera con il passaporto.
“Forse lei è un agente della CIA. O forse è una dissidente coraggiosa che utilizza la libertà dell’arte per raccontare alcune verità sul desiderio di democrazia del suo popolo. E Amnesty International condivide il suo scetticismo sulla gloriosa utopia di Castro. Quindi forse c’è qualcosa di vero”, scrive Jonathan Jones sul quotidiano inglese. E allora “Vota Bruguera per una Cuba libera”. Magari.