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Gli stand che ci hanno convinti di più, per ora? Sono quelli che offrono “solo show”, e la sezione “On Demand”, al suo secondo anno di vita.
Un pavimento rosso da Richard Saltoun per le fotografie non facili di Jo Spence, artista inglese che dagli anni ’70 si è occupata di documentare temi sociali e femministi, autoritraendosi anche nella lotta contro un cancro al seno, per sovvertire la nozione di una forma femminile idealizzata. Forte.
Smac Gallery di Città del Capo offre invece un bel both tutto di pittura, con Marlene Steyn. Accanto la VNH Gallery, con un raffinatissimo stand dove l’unica protagonista è la pittura di Chris Martin (sopra). Sempre da Parigi c’è anche il bello stand di Èric Hussenot con “on demand” dedicato a Cypriem Muresan, mentre Lange + Pult di Zurigo e Auvenier è stata forse la galleria più toccata, per aver rivestito in maniera decisamente queer tutte le pareti con del morbido pelo sintetico bianco, a fare da sfondo a Olivier Mosset o Francisco Da Mata, tra gli altri.
Belli, a volte anche bellissimi, gli allestimenti della sezione “Object”, segno tangibile che il design a Milano non si dimentica e anzi…si integra perfettamente, per esempio con gli animali in metacrilato di Gino Marotta da Erastudio Apartment Gallery di Milano.
Tornando sui passi dell’arte “on demand” di Giles Round occupa tutte le pareti di Emalin di Londra, e anche lo show di Maria Morganti (con Jacin Giordano) alla milanese Ottozoo colpisce per una potenza cromatica che in fiera, e non solo, è ben difficile da scovare. Altro raffinatissimo stand è quello di Apalazzo, Brescia, che tra gli altri mette in scena due splendide fotografie di Ibrahim Mahama (in home page), dalle quali non mancano le sue celebri installazioni con i sacchi di juta.
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