07 settembre 2017

Pilar, non sono tuo padre. Il test del DNA chiude la vicenda sull’eredità di Salvador Dalì

 

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La storia più avvincente dell’estate è arrivata alla conclusione e, come spesso capita, il finale non è tra i più spettacolari. Pilar Abel non è la figlia di Salvador Dalì e questa notizia avrà deluso in molti, visto che chiude la possibilità di un sequel, mettendo la parola fine alla querelle con la Fondazione Gala-Salvador Dalí. L’indovina spagnola sessantunenne affermava di essere l’unica figlia del grande surrealista, concepita nel corso di una relazione clandestina avvenuta nel 1955, a Cadaques, paesino dove Salvador trascorreva frequenti periodi di vacanza insieme a Gala, amatissima moglie, sposata nel 1934 e musa di tante opere. In virtù di questa parentela, alla cartomante sarebbe spettato il 25% dell’eredità, i cui diritti, attualmente, dopo una serie infinita di battaglie legali e passaggi, sono detenuti dalla Fondazione. Sicura di sé come dei suoi tarocchi, era arrivata a convincere il giudice a riesumare la salma del presunto e illustre padre (ne scrivevamo qui) per effettuare un probante test del DNA. Ma i campioni prelevati nella notte il 20 e il 21 luglio, analizzati dall’istituto nazionale di medicina forense, hanno dato esito negativo. «Questa notizia non ci sorprende affatto, visto che non c’è mai stata alcuna prova della paternità. Siamo felici che sia arrivata la fine di questa assurda e artificiosa controversia e che la figura di Salvador Dalì sia estranea a queste chiacchiera senza senso», ha scritto la Fondazione in un comunicato stampa, magari tirando un sospiro di sollievo. Ma il prossimo figlio illegittimo potrebbe essere dietro l’angolo.

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