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Corrispondenze immaginarie: il progetto negli archivi degli ospedali psichiatrici
Progetti e iniziative
Si deve all’artista Mariangela Capossela la realizzazione del progetto di arte pubblica partecipata Ci. Corrispondenze immaginarie, che mira a far riemergere frammenti di quotidianità di soggetti internati in spazi concentrazionari come quelli degli ospedali psichiatrici, pagina buia della storia contemporanea. Luoghi spersonalizzanti, coercitivi, alienanti, all’interno dei quali i reclusi sono stati privati di ogni contatto con la realtà esterna, sottratti agli affetti, alla propria autonomia, alle azioni più naturali e quotidiane, confinati in un mondo a sé, marginalizzato e stigmatizzato come diverso, sbagliato, indegno.
Il progetto si propone di riportare alla luce, in seguito a un’accurata ricerca negli archivi delle ex strutture psichiatriche di Trieste e Gorizia, centinaia di corrispondenze che i pazienti desideravano intrattenere con gli affetti rimasti all’esterno delle strutture. Missive come unica connessione per mantenere e alimentare rapporti disumanamente troncati, ma mai spedite poiché ingiustamente trattenute e archiviate all’interno delle cartelle cliniche degli stessi mittenti, perdendo il loro statuto di documento informale e personale per diventare mero e impersonale dato clinico.
Il progetto, realizzato da Teatro degli Sterpi APS, in collaborazione con Hanger Teatri, Accademia della Follia, Coop la Collina e con il patrocinio del Comune di Gorizia in collaborazione con l’Area dipartimentale Salute Mentale di ASUGI, si è avviato l’11 marzo 2024 con l’apertura della call diramata sull’intero territorio italiano che si propone di raccogliere, fino alla fine dell’anno, le adesioni dei partecipanti che desiderano proporsi come destinatari ed interlocutori di comunicazioni rimaste, finora, sospese. L’azione partecipativa del progetto è stata pensata attraverso chiamate di adesione o sms al numero 351 3805476 con l’indirizzo abilitato alla spedizione della lettera.
In occasione del centesimo anniversario dalla nascita di Franco Basaglia, colui che stravolse la straziante condizione all’interno degli ospedali psichiatrici, il progetto vuole reinventare, in termini performativi, una memoria storica, al fine di testimoniare la condizione di reclusione ed esclusione di questa realtà, nonché proporsi come fonte di sensibilizzazione sul delicato tema della salute e cura psichica sociale ed individuale.
L’iniziativa artistica ha richiesto il coinvolgimento di diversi istituti scolastici (I.S.I.S. Carducci-Dante, I.S.I.S. Da Vinci-Carli.De Sandrinelli – Trieste e I.S.I.S. Brignoli – Gorizia), associazioni e dell’intera comunità, con l’organizzazione di Scrittoi Pubblici nei quali le corrispondenze recuperate sono state ricopiate, rigorosamente a mano, dai volontari al fine di enfatizzare l’atto della scrittura manuale come forma di immedesimazione nelle emozioni trascritte e nei loro autori. Altrettanto forte è la simbologia presente dietro i manoscritti replicati su carta velina: «La velina – spiega Capossela – ha una fragilità palpabile che va trattata con cura, come le storie delle persone. La lettera è dentro a un cartoncino che riproduce una cartella clinica, legato ad un pezzo di tessuto che richiama la camicia di forza».
Ci. Corrispondenze immaginarie vuole essere un progetto collettivo in divenire: le risposte ricavate dal progetto verranno riunite alle copie delle lettere originali e proseguiranno il loro itinerario, seguito e curato da Mariangela Capossela, con due nuove tappe previste tra il 2025 e il 2027.