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Olimpia, come sarà la prima biennale d’arte contemporanea diffusa nell’Alta Langa
Progetti e iniziative
di redazione
Superare la logica del white cube per fondersi con il paesaggio, restituendo all’arte il compito di abitare i luoghi, ascoltarne le storie e amplificarne le voci, tra filari di viti, torri medievali, oratori affrescati. Questo il contesto naturale e antropico in cui prende forma Olimpia, la Biennale d’Arte Contemporanea dell’Alta Langa piemontese, curata da Lunetta11 – galleria che già ha promosso il festival omonimo – e promossa dall’Unione Montana Alta Langa. Una manifestazione diffusa che, nella sua edizione zero, dal titolo evocativo Prova d’orchestra, si propone come un cantiere aperto alla sperimentazione.
Dal 5 al 13 luglio 2025, i borghi dell’Alta Langa di Serravalle Langhe, Cortemilia, Prunetto, Paroldo, Castino, Camerana e Niella Belbo diventeranno scenari della biennale Olimpia per un dialogo fecondo tra arti visive, musica e letteratura, in un percorso site specific che intreccia la giovane scena artistica italiana con le memorie e le specificità del territorio.

L’installazione Fairy Ring di Stefano Caimi, nel giardino dell’Ecomuseo dei Terrazzamenti e della Vite a Cortemilia, apre la rassegna con una riflessione poetica sulla relazione tra natura, mito e percezione. Il “cerchio delle streghe” evocato dall’artista diventa dispositivo estetico per rileggere l’invisibile che permea i luoghi, suggerendo l’esistenza di energie sotterranee, vitali e ancestrali.

Parallelamente, nell’oratorio di San Michele a Serravalle Langhe, spazio risignificato dall’intervento di David Tremlett, prenderà forma una residenza aperta al pubblico: la videoartista Emma Scarafiotti e il musicista Paolo Dellapiana danno vita a un laboratorio sinestetico dove immagine e suono si contaminano, fondendo strumenti analogici, fotografia e paesaggio sonoro. Il 6 luglio, nel Castello di Prunetto, l’arte si fa aria con Otto Cieli, performance partecipativa di Oliviero Fiorenzi che invita il pubblico a far volare aquiloni-scultura: una coreografia celeste che trasforma il cielo in superficie performativa condivisa.

Il 12 luglio, l’itinerario si fa più articolato: a Camerana la Fondazione Bevilacqua La Masa promuove Come due gocce d’acqua, opera site specific di Dora Perini pensata per la torre medievale, esito di un dialogo con la comunità locale. A Paroldo, la Fondazione Recontemporary di Torino presenta la mostra Listen to me, why is everything so hazy? di Mara Palena, esplorazione intima e visiva sull’identità e la memoria attraverso i linguaggi della new media art, mentre a Niella Belbo, Edoardo Manzoni poserà Promessa, una scultura permanente in bronzo, ottone e pietra, dedicata alla vulnerabile resistenza del corpo e della materia.

Gran finale il 13 luglio, nella piazza di San Bovo di Castino, con il reading spettacolo 1984, tratto da George Orwell, interpretato da Giuseppe Culicchia e Giorgio Li Calzi. Un intreccio di parole e musica che restituisce all’opera distopica la sua urgenza contemporanea, in un contesto rurale che farà da palcoscenico di riflessione collettiva.














