16 luglio 2025

Contemporanea 2025, storie d’arte e di vita da scoprire a Tagliacozzo

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A Tagliacozzo arriva Contemporanea: quest’anno, la rassegna porta in Abruzzo le opere di Concetta Baldassarre, artista da riscoprire, e il progetto di Annu Palakunnathu Matthew su una pagina poco conosciuta della storia italiana

2025 SHELTERED: Violino donato da un soldato indiano a un infermiere italiano stampa digitale d’archivio per gentile concessione di Annu Palakunnathu Matthew e sepiaEYE, New York.

L’estate 2025 dell’arte contemporanea in Abruzzo è all’insegna degli Archivi della memoria sospesa, con le mostre di Concetta Baldassarre e Annu Palakunnathu Matthew. Dal 3 agosto al 21 settembre 2025, Tagliacozzo ospita una nuova edizione di Contemporanea 25, rassegna d’arte contemporanea promossa dal Comune di Tagliacozzo e dall’Associazione ARTEiX, con il patrocinio del Ministero della Cultura e della Regione Abruzzo. Diretta da Emanuele Moretti e curata da Cesare Biasini Selvaggi, la rassegna propone per questa edizione un confronto intenso e poetico tra due artiste, Concetta Baldassarre (Sulmona, 1924-Roma, 1981) e Annu Palakunnathu Matthew (Regno Unito, 1964), unite da una riflessione comune sulle forme della memoria.

L’edizione 2025 di Tagliacozzo Contemporanea si concentra sul tema degli archivi della memoria sospesa, intesi non come raccolte statiche ma come territori in trasformazione, dove l’opera d’arte si fa dispositivo di ascolto e di riattivazione. Le due artiste, distanti per linguaggi e geografie, offrono sguardi complementari: da un lato la profondità lirica e visiva di Concetta Baldassarre, dall’altro l’intensità documentaria e multimediale di Annu Palakunnathu Matthew. Insieme, le loro ricerche aprono uno spazio critico in cui l’immagine si fa segno resistente, frammento da decifrare, corpo sensibile del ricordo.

Maria Concetta Baldassarre, una figura appartata, da riscoprire

La retrospettiva Concetta Baldassarre. Il ritratto svelato di una vita nell’arte si preannuncia come una riscoperta necessaria. Artista riservata e appartata, formatasi a Roma negli anni Cinquanta con Toti Scialoja e vicina a figure come Bice Lazzari e Piero Dorazio, Baldassarre ha attraversato il secondo Novecento italiano con una voce autonoma, tesa tra figurazione e astrazione, materia e ritmo interiore. La mostra, realizzata in collaborazione con l’Archivio Concetta Baldassarre (responsabile Francesca Grossi), intende ricostruire per la prima volta il profilo complessivo di una ricerca coerente e silenziosa, attraverso un corpus di opere che include pittura, disegno e arte applicata. Il percorso espositivo sarà pensato come un incontro graduale e rispettoso, volto a valorizzare la forza sottile del non detto e la delicatezza delle trasformazioni formali.

Concetta Baldassarre, Coro, 1976, olio su tela, 60×80 cm. Courtesy Archivio Concetta Baldassarre. Ph. Sebastiano Luciano

L’esposizione per Tagliacozzo Contemporanea 25 sarà concepita come un invito alla contemplazione, evitando ogni forzatura interpretativa. Più che illustrare una carriera, ambirà a restituirne la temperatura emotiva e la tensione estetica. In questo quadro, i lavori tessili e gli oggetti decorativi, parte integrante della poetica dell’artista, assumeranno un ruolo centrale nel dialogo tra arte e vita, spazio domestico e superficie sensibile. La retrospettiva sarà accompagnata da una monografia sull’artista edita da Metilene, a cura di Cesare Biasini Selvaggi, con contributi di Elisa Genovesi e dei tre figli dell’artista, Dante, Roberto e Mario Grossi.

Concetta Baldassarre, Senza titolo (natura morta), s.d. (1949-1950 ca.), tempera su carta, 46×64 cm. Courtesy Archivio Concetta Baldassarre. Ph. Sebastiano Luciano

Annu Palakunnathu Matthew, la nostra memoria nascosta

Parallelamente, la mostra Annu Palakunnathu Matthew. Storie nascoste. Gli italiani d’Abruzzo e i soldati indiani nella Seconda guerra mondiale proporrà una riflessione visiva su una pagina poco esplorata della storia del territorio: la presenza di soldati indiani internati ad Avezzano durante il secondo conflitto mondiale e l’incontro umano con le famiglie italiane che li accolsero e sostennero. Il progetto, che prende forma come un’installazione in progress, fondata su fotografie d’epoca, racconti orali, materiali d’archivio e immagini rielaborate, si costruisce come un ambiente immersivo capace di restituire la densità invisibile di una storia marginale e dimenticata.

Curata da Cesare Biasini Selvaggi con il contributo scientifico di Maria Teresa Capacchione, l’esposizione di Tagliacozzo Contemporanea 2025 si muoverà tra documento e poesia, tra testimonianza e interrogazione, senza cedere alla tentazione della narrazione lineare. Lo spazio espositivo si configurerà come una “mnemoteca in costruzione”, dove le immagini non servono a spiegare ma a rendere vivide presenze cancellate, volti scomparsi, gesti dimenticati. Lo spettatore sarà invitato a esplorare attivamente una memoria che non appartiene più al passato e continua a riguardarci nel presente.

2025 SHELTERED: Prigioniero del Campo di Prigionia PG 91 – Pineta di Avezzano stampa digitale d’archivio per gentile concessione di Annu Palakunnathu Matthew e sepiaEYE, New York

Annu Palakunnathu Matthew è un’artista nata nel Regno Unito nel 1964, cresciuta in India e oggi residente negli Stati Uniti. Le sue più recenti mostre personali sono state ospitate da istituzioni come Royal Ontario Museum (Canada), Newport Art Museum (Rhode Island, USA), e sepiaEYE (New York, USA). Ha esposto i suoi lavori anche presso RISD Museum, Newark Art Museum, MFA Boston, San Jose Museum of Art, MFA Houston, Victoria & Albert Museum, 2018 Kochi-Muziris Biennale, 2018 Fotofest Biennial, 2009 Guangzhou Photo Biennial, come pure allo Smithsonian.

La personale dell’artista anglo-indiana sarà accompagnata dalla pubblicazione di una sua monografia che ne ripercorre il percorso di ricerca sin dall’inizio, edita da Metilene.

 Contemporanea 25: Archivi della memoria sospesa

Contemporanea 25 intende così proporsi come dispositivo di attivazione critica e affettiva, dove il ricordo non è una commemorazione ma un atto relazionale. Le due artiste non cercano la verità storica ma le sue faglie, le sue vibrazioni residue. La loro è un’arte che interroga più che spiegare, che ascolta più che mostrare. Un lavoro di scavo, ricucitura e riemersione, che fa dell’opera un corpo sensibile, capace di custodire ciò che ancora non sappiamo.

Il progetto espositivo – in corso di allestimento – sarà pensato per rispettare la natura dialogica delle due ricerche, creando un equilibrio tra distanza e prossimità, tra silenzio e testimonianza. Gli ambienti del Palazzo Ducale Orsini-Colonna, con la loro stratificazione storica, offriranno il contesto ideale per questa esplorazione poetica del tempo e della sua impronta sulle immagini.

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