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BAW – Bolzano Art Weeks: presentata alla stampa la 5^ edizione
Progetti e iniziative
Si prospetta ancora ancora più plurale e profonda la quinta edizione di BAW – Bolzano Art Weeks, che quest’anno vuole esplorare, (ri)scoprire e (ri)significare il capoluogo nelle sue declinazioni urbanistiche, sociali, culturali e ambientali, attraverso lo sguardo, la riflessione e l’esperienza diretta e partecipata dell’arte contemporanea. Già dal titolo, Remapping LAND/marks, questa edizione invita ad estendere il concetto costituente del festival – TUTTO PER TUTT*– a una prospettiva macro-ambientale che comprende e va oltre le persone e l’arte, riconducendole a una dimensione ampia e articolata in cui compaiono con pari dignità l’ambiente stesso e le specie che lo popolano, e che riporta in primo piano il “LAND”.

La visione policentrica, non gerarchica e inclusiva che anima il festival si concretizza con l’impegno a (ri)mappare e valorizzare anche gli elementi e le aree naturali esistenti dentro e fuori la città e a (ri)generare spazi eco-socio-culturali non commerciali per una comunità biodiversa, che nelle sue differenze trova il suo valore. Questo intento come ogni anno si esprime anche attraverso l’apertura temporanea di location solitamente non accessibili al pubblico fra cui l’ex centrale idroelettrica immersa nel verde Werk 3 (Bolzano Nord), la sconosciuta area polifunzionale semi-rurale del Premstallerhof (Bolzano Est) e l’ex-ristorante della stazione ferroviaria (Bolzano centro), avamposto del centralissimo Ex Areale Ferroviario, polmone verde e potenziale spazio culturale. Con la premessa che «la visione per il futuro di BAW è ispirata al “rewilding”, con l’intenzione di non solo “coltivare” spazi culturali e verdi addomesticandoli alle esigenze artistiche, ma di lasciarne emergere spontaneamente di nuovi, riconoscendone l’intrinseco valore», scopriamo cosa ci aspetta.


Innanzitutto, per chi BAW la conosce già, va detto che nella mappa di iniziative si ritrovano i “giardini urbani” degli hotel Mondschein, teatro della performance di Marc Herbst sulla gestione delle emozioni nelle relazioni con ciò che ci circonda; Laurin – che ospita lo special project DEEP IN TIME / Tessere il tempo profondo di Nadia Tamanini e Francesco Mina – e Castel Hörtenberg a cui si aggiungono, eccezionalmente, quelli “segreti” come quello di Ar/Ge Kunst. Tra le location che coniugano natura e cultura figurano anche il parco tecnologico del NOI, le serre della Floricoltura Giardineria Schullian e gli spazi museali trasparenti in dialogo con il paesaggio della Fondazione Antonio Dalle Nogare, i “monumenti naturali” come il ginko biloba donato da Sissi e inglobato nel centro commerciale di Palais Campofranco e infine i purtroppo ancora troppo pochi e importantissimi spazi verdi comunitari come quello dell’orto delle Semirurali, del centro giovanile Villa delle Rose e l’oasi sul fiume di Lungomare – che popola di libri il proprio giardino con Plurima – Libreria temporanea sul pluriverso e invita a leggere, ascoltare e riflettere su un “mondo in cui molti mondi coesistono” in occasione del lancio di “SIT-PLU – Pratiche Creative Situate per il Pluriverso”, un progetto di cooperazione sostenuto da Europa Creativa.


Nelle strutture totalmente decentralizzate, interconnesse e simbiotiche del mondo vegetale protagonisti sono artiste e artisti vincitrici/tori della CALL FOR ARTISTS di BAW25 (ve li avevamo presentati qui). REGINAE di Martina Fontana trae ispirazione dalle forme di vita basate sulla cooperazione e sull’intelligenza collettiva delle api; Ec(h)o-es in the Rings del giovanissimo Collettivo Éclat parte dagli anelli di crescita dell’iconico ginko biloba di Campofranco per scoprire la memoria nascosta della materia vivente attraverso un’indagine di tomografia sonica; PROPAGATION di Christine Runggaldier si concentra sulla moltiplicazione vegetativa della patata rendendo visibile un processo naturale che solitamente avviene in profondità; 220 Hz di Kata Hinterlechner offre la possibilità di ascoltare, in cuffia, le registrazioni sonore del sottosuolo di Bolzano; e Strange Pianos di Jacopo Mazzonelli ed Eleonora Wegher offre una contaminazione tra arte visiva e suono in cui strumenti musicali rari entrano in relazione con il paesaggio che li circonda. In tema di suono saranno protagonisti anche Roberto Paci Dalò, al Teatro Comunale; Matthias Schönweger e Jörg Zemmler, nella sede di Salto.bz; La Olga GoGoFolkBand, protagonista di un concerto itinerante attraverso Bolzano Est e Nicole Brancato e Jeremy Weiss nella chiesa landmark progettata da Armando Ronca della parrocchia di San Pio X.


Nella ricca mappa di BAW – che valicherà anche quest’anno i confini cittadini, spingendosi nell’Oltradige – Bassa Atesina per l’inaugurazione della mostra dell’associazione culturale lasecondaluna a Laives, la preview a Caldaro del nuovo spazio CT ART SPACE , la visita alla Galleria Le Carceri e infine un’anteprima della collettiva “Good Winds” con visita guidata a Castel Gandegg ad Appiano – si segnalano anche la tri-personale LAND/marks, ospitata da Schullian – con gli scatti fotografici Forest Bodies di Alessia Carbonara, l’installazione ALLARME ROSSO di Annalisa Lenzi e le piccole pitture Case invisibili di Stefania Rossi in cui l’abitare si apre a una convivenza sensibile e a un dialogo profondo con il vivente – Inhabited Dissonance – Bolzano Bozen 1922-2025, alla Galleria Civica; Nicola L. I Am The Last Woman Object da Museion; TOUTITE’ – ILIAZD The Study of Form alla Fondazione Antonio Dalle Nogare e la personale JONATHAN MONK SHINE BRIGHT LIKE A DIAMOND in corso da Ar/Ge Kunst.
Appuntamento allora dal 3 al 12 ottobre, con una mappa e un programma davvero ricchi, che rivolgono le loro energie all’indagine, alla facilitazione dell’incontro, all’esercizio della consapevolezza, allo stimolo, all’ascolto e alla valorizzazione dell’umanità e della forza artistica che animano il capoluogo altoatesino.















