09 ottobre 2025

87 gallerie per la prima di Art Basel in Qatar, una fiera dal respiro geopolitico

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Art Basel Qatar ha annunciato le 87 gallerie che parteciperanno alla prima edizione: il debutto di Doha nel gotha delle fiere, tra tensioni geopolitiche e nuovi mercati dell’arte

Il debutto di Art Basel in Qatar entra nel vivo: dopo l’annuncio dei mesi scorsi, è stata ufficializzata la lista delle 87 gallerie internazionali che parteciperanno alla prima edizione della fiera, in programma a Doha dal 5 al 7 febbraio 2026, con anteprime il 3 e 4 febbraio. È un passo decisivo per quello che sarà il quinto appuntamento globale del marchio Art Basel, il primo in Medio Oriente, in collaborazione con i partner QSI – Qatar Sports Investments e QC+, che si preannuncia come una delle operazioni più ambiziose e geopoliticamente significative nel panorama dell’arte contemporanea e del collezionismo internazionale, oltre che nell’ambito della diplomazia culturale.

Il colosso svizzero delle fiere si insedierà infatti in un’area profondamente segnata dagli strascichi della guerra a Gaza, con l’attacco aereo israeliano a Doha del settembre 2025 per colpire i funzionari di Hamas lì riuniti per discutere sugli accordi di pace. D’altra parte, la capitale qatariota punta a consolidare la sua posizione come hub culturale internazionale, rafforzando un percorso già avviato con istituzioni come il Museum of Islamic Art, il National Museum of Qatar e il Mathaf: Arab Museum of Modern Art.

National Museum of Qatar, Courtesy of Art Basel

Un format inedito e una direzione d’artista

«Con Art Basel Qatar vogliamo creare un catalizzatore di scambi culturali e di crescita del mercato», ha dichiarato Noah Horowitz, CEO di Art Basel. «La forza e la qualità delle gallerie partecipanti mostrano quanto questa iniziativa abbia suscitato entusiasmo e fiducia, sia a livello regionale che internazionale».

Sotto la direzione curatoriale dell’artista egiziano Wael Shawky, la fiera abbandonerà il modello tradizionale di stand per proporre una mostra diffusa, basata su un tema curatoriale unico, Becoming: una riflessione sulla trasformazione e sui sistemi che plasmano il vivere contemporaneo. Il progetto coinvolgerà due sedi principali, il museo M7 e il Doha Design District, oltre a prevedere installazioni pubbliche nel quartiere creativo di Msheireb Downtown.

«Il Golfo è al centro di questa storia, dove le tradizioni orali confluiscono nelle reti digitali e le antiche rotte commerciali tornano come nuove vie di cultura e scambio», ha raccontato Shawky. «Qui, l’arte non è solo una testimonianza della storia, ma una forza che plasma il modo in cui immaginiamo e reinventiamo l’identità. La mia speranza è che la prima edizione di Art Basel Qatar diventi uno spazio in cui queste storie possano emergere».

M7

Le gallerie di Art Basel Qatar: da Gagosian a Continua, da Le Violon Bleu a Chemould Prescott

Il comitato che ha definito la selezione delle gallerie riflette la pluralità geografica della nuova fiera. Ne fanno parte l’italiano Lorenzo Fiaschi (Galleria Continua, San Gimignano), Shireen Gandhy (Chemould Prescott Road, Mumbai), Daniela Gareh (White Cube, Londra), Mohammed Hafiz (Athr Gallery, Jeddah), Sunny Rahbar (The Third Line, Dubai) e Gordon VeneKlasen (Michael Werner Gallery, New York).

L’elenco dei partecipanti comprende le più importanti realtà del sistema globale, come Gagosian, David Zwirner, Hauser & Wirth, Pace, White Cube, accanto a un ampio nucleo di gallerie provenienti dal Medio Oriente, Nord Africa e Asia meridionale. Più della metà degli artisti presentati proviene infatti dalla regione MENA, con collaborazioni tra gallerie locali e internazionali come segno distintivo del progetto: Etel Adnan con Anthony Meier (Mill Valley) in collaborazione con Waddington Custot (Londra, Dubai), Ali Banisadr con Perrotin (Parigi, Londra, New York, Los Angeles, Hong Kong, Shanghai, Tokyo, Seul, Dubai), Ali Cherri con Almine Rech (Parigi, Bruxelles, New York, Shanghai, Monaco, Gstaad), Ahmed Mater con Athr Gallery (Jeddah, Riyadh, AlUla), Mona Hatoum con Galerie Chantal Crousel (Parigi), Iman Issa con Sylvia Kouvali (Londra, Atene), Mohammed Monaiseer con Gyspum Gallery (Il Cairo), Hassan Sharif con Gallery Isabelle (Dubai), Simone Fattal con Karma International (Zurigo), Shirin Neshat con Lia Rumma (Milano, Napoli), MARWAN con Sfeir-Semler Gallery (Beirut, Amburgo), Sophia Al-Maria con The Third Line (Dubai) e Meriem Bennani con François Ghebaly (Los Angeles, New York) in collaborazione con Lodovico Corsini (Bruxelles).

Doha, Courtesy of Art Basel

Tra i nomi che segnalano la ricchezza del tessuto regionale: Hafez Gallery (Jeddah, Riyadh), Gallery Misr (Cairo), Le Violon Bleu (Tunisi), Saleh Barakat Gallery (Beirut), Tabari Artspace (Dubai) e Chemould Prescott Road (Mumbai). L’Italia sarà rappresentata da Galleria Continua, che presenterà un progetto di Pascale Marthine Tayou, e da Tornabuoni Art, con un omaggio ad Alighiero Boetti.

«L’ampiezza e la qualità della partecipazione testimoniano la forza del progetto e l’entusiasmo che ha generato sia a livello regionale che internazionale. Lavorare con Wael Shawky è stato profondamente stimolante e gratificante: la sua visione ha ispirato presentazioni straordinarie, incentrate sul tema del Divenire», ha dichiarato Vincenzo De Bellis, Direttore Artistico e Direttore Globale delle Fiere di Art Basel.

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