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Spazi di Transizione a Bari: il waterfront diventa laboratorio urbano
Progetti e iniziative
Il litorale è spazio liminale, confine e luogo d’incontro tra terra e mare. Due mondi che si guardano vicendevolmente, con l’umano in costante transito, in un verso e nell’altro. Un confine mobile, continuamente ridisegnato dalle dinamiche geofisiche e dalle traiettorie culturali ma anche spazio di incontro, di scambio, di reciproca contaminazione. A questo limes, mutevole e interlocutorio, oggetto di indagine anche del Padiglione Italia all’ultima Biennale Architettura di Venezia, appena conclusasi, guarda il nuovo festival di Bari, Spazi di Transizione verso Costa Sud, dedicato ad arte contemporanea, nuovi media e rigenerazione urbana. Promosso dall’Accademia di Belle Arti di Bari nell’ambito del progetto nazionale PNRR COM – City Open Museum, con capofila l’Accademia di Belle Arti di Carrara, il festival si svolgerà dal 9 all’12 dicembre 2025.
Curato da Antonella Marino, Marilena Di Tursi e Antonella Mari, ambisce ad attivare un ecosistema di pratiche, interventi e riflessioni che ridefiniscono la costa barese come territorio di possibilità progettuale e culturale. L’evento si inserisce idealmente nelle traiettorie della rigenerazione urbana attualmente in corso – come il progetto Bari Costasud, promosso dal Comune – e propone un percorso che si sviluppa lungo il fronte costiero.
Attraverso cinque linee tematiche – Spazi connessi, Fuori bordo, Narrazioni dissonanti, Margini sensibili, Nuove memorie digitali -, il programma combina convegni, visite, lectio magistralis, workshop, rassegne video e installazioni multimediali, aprendo una riflessione sulla città come organismo vivo capace di apprendere dal mare, dalle sue fragilità e dalla sua intelligenza sistemica. La tre giorni si articola in luoghi emblematici del tessuto urbano, spazi ibridi e in costante divenire: Cantiere del Museo del Mare, Spazio Murat, Palazzo della Città Metropolitana, Pinacoteca Metropolitana Corrado Giaquinto, Lungomare Nazario Sauro/Zona Franka, luoghi accomunati dalla posizione e dallo sguardo sul mare ma anche dal ruolo di indagine e di costante ripensamento del paesaggio culturale cittadino.
Si parte martedì, 9 mattina, da Spazio Murat, con il convegno Spazi Connessi: pratiche artistiche e spazio pubblico. Molti gli interventi istituzionali e specialistici previsti. Tra gli altri quelli del Sindaco Vito Leccese, di Antonio Cicchelli, direttore dell’Accademia di Belle Arti di Bari, delle curatrici, Nicolò Privileggio e Marialessandra Secchi, vincitori del concorso internazionale Bari Costasud. L’intervento più atteso è però quello di Guendalina Salimei, architetta e curatrice del Padiglione Italia dell’ultima Biennale di Architettura. Nel pomeriggio, a partire dalle 14:30, avrà luogo la proiezione Homo Urbanus Lisboetus degli artisti-architetti Beka e Lemoine.
Ultima tappa in ordine di tempo del progetto documentario globale Homo Urbanus, che sin dal 2017 indaga la città come “ecosistema” e osserva l’essere umano urbano nelle sue relazioni quotidiane con lo spazio costruito. Il film, nell’ottica di quella che George Perec ha definito “l’antropologia del quotidiano”, percorre le strade di Lisbona con l’intento di cogliere le dinamiche di appropriazione dello spazio e le strategie di adattamento di chi vive la città. Non una rappresentazione iconica della capitale portoghese ma una “geografia sentimentale”, come definiscono gli autori, che mette in luce le micro-pratiche dell’abitare urbano e le interazioni tra spazi materiali e comportamenti. Alla proiezione seguiranno gli incontri con Marco Brizzi, critico dell’architettura, e Paolo Cirio, artista multimediale e hacker.
A conclusione della giornata, dalle 17:30 fino alle 22, avrà luogo un duplice opening.
A Cantiere Museo del Mare aprirà i battenti la mostra Margini sensibili, rassegna di video arte internazionale con opere di Monira Al Qadiri, Amel Alzakout, Ugo Arsac,
Ursula Bieman, Forensic Architecture, mentre alla Pinacoteca e al Palazzo della Città Metropolitana saranno inaugurate le installazioni multimediali degli artisti-docenti dell’Accademia barese. Le opere di Raffaele Fiorella, Fabio Lanzillotta, Gabriella Pinto e Christian Rizzuti comporranno il percorso di Nuove Memorie digitali, riflessione multimediale sulla costruzione mnesica nell’era dell’AI. Entrambe le mostre saranno visibili per tutta la durata del festival.
Il giorno successivo, dopo il workshop a cura di Ugo Arsac presso la Pinacoteca, a Spazio Murat si terrà l’incontro pubblico con gli artisti Aram Bartholl, Monira Al Qadiri e Stefanos Levidis di Forensic Architecture, gruppo di ricerca interdisciplinare.
L’ultimo giorno, l’11 dicembre, mentre la mattina sarà dedicata al Crypto party di Valentina Vetturi, paesaggio performativo che intreccerà ascolto, teoria e pratica per disimparare la tecnologia e riappropriarsi di strumenti di autonomia e pensiero critico, il pomeriggio, a partire dalle 18, presso Zona Franka, avrà luogo la live performance con gli esiti del laboratorio di tre giorni nella zona ex IACP di Madonnella, condotto da Alessandro Vangi insieme a Olesea Bojinov, Pierluca Ditano e Valeria Simonini. Seguiranno a Spazio Murat, la performance sonora di Gabriele Panico Come sempre accade davvero di fronte all’ineluttabile e il Djset a cura Sound Design Orchestra dell’Accademia di Bari.
Contro gli effetti negativi dell’inquinamento, le storture dell’overtourism e le ambiguità della disaffezione sociale, il festival riacquista il waterfront come risorsa primaria, luogo primario di ridefinizione urbana.
Bari emerge così come laboratorio di una nuova cultura costiera, una città che non si limita a fronteggiare il mare, ma lo accoglie come interlocutore progettuale, come archivio di memorie e spazio generativo di futuro.
Il programma completo è consultabile sul sito dell’Accademia di Bari.














