09 maggio 2010

Nordica Bonvicini, ecco la sua megascultura permanente per il porto di Oslo

 

di

Monica Bonvicini - She lies (foto Jonas Marx for Monica Bonvicini)
Ruotando il proprio asse in corrispondenza delle maree, la scultura offre cambiamenti di visuale grazie alle riflessioni sulle superfici semitrasparenti e specchianti. Ed a rispecchiarsi nell’opera sarà anche il futuristico edificio del Norwegian Opera & Ballet, con il quale lo studio Snøhetta ha vinto il prestigioso Mies van der Rohe Award.
La scultura di cui si parla è She Lies, di Monica Bonvicini, installata in permanenza nel porto interno di Oslo, fluttuante sull’acqua in mezzo al fiordo. Un’opera monumentale di acciaio inossidabile e pannelli di vetro che misura 16 x 13 x 13 metri, “un monumento allo stato di cambiamento perenne”, come ha detto la stessa artista.
Nel concept tracciato dalla Bonvicini la scultura – che si inaugura l’11 maggio, alla presenza della Regina Sonia di Norvegia – è un’interpretazione tridimensionale del dipinto di Caspar David Friedrich, Das Eismeer (1823-24), in particolar modo relativamente al motivo centrale del dipinto: “le enormi lastre di ghiaccio che fungono da simbolo di forza e di magnificenza del Nord”.

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[exibart]

9 Commenti

  1. che peccato , quando ero piccolo i miei genitori mi hanno sempre insegnato valori universali, come per esempio non esprimere il mio parere se non avessi saputo come poi difendermi al momento dell’attacco.

    trovo estremamente svilente questa forzata e frustrata comparazione del lavoro della Bonvicini con Eliasson.

    perche’dici cio? cosa ti spinge a vederci un altro lavoro? imapara ad osservare , apri i tuoi occhi e il tuo cuore come quando ti risvegli la mattina…non e’ meno bello quel raggio di luice che ti accarezza lo zigomo? vorresti poterlo fermare per sempre e condividerlo con piu’ persone?

    se vuoi farne una questione di gelosie …..mettila sull ignoranza nel termine di: “ignoro cosa sta’ realmente succedendo….
    lasciati invadere da tutti i sensi e abbandonati al movimento del mare in un estatsi profonda ….cosi’ forse riuscirai un giorno a crearti una tua idea di bellezza, ma soprattutto a capire la poesia formale e letteraria.
    Olafur stimera’ sicuramente questo lavoro….per i grandi che vivono in quel sottile e delicato non luogo dell’arte superiore ai giudizi semplicistici delle masse televisamente lobotomizzate , la concorrenza non e’ altro che il modo per creare sinergie e stime reciproche …non di voler fare il lavoro piu’ e ricco e +bello.
    lasciate in pace gli artisti, loro non hanno bisogno di voi siete voi che avete bisogno di loro.
    ahh la frustrazione e’ una brutta bestia che rosica dentro e annabbia il cervello…lo spegne proprio…..
    in questa rubrica vi trovo tutti un po’ troppo didascalici e legati a cliche’ di almeno 50 anni fa….su dai! una scrollatina e via a vivere e a leggere il quoitidiano(che non e’ il giornale ) con gli occhi leggermente meno foderati di prosciutto.

    Prima di esprimere documentati , certe uscite sono davvero inutili.. come d’altronde questo blog

  2. L’idea concretizzata da Nordica Bonvicini segue l’uso di altri artisti che hanno tradotto opere pittoriche bidimensionali in opere tridimensionali, offrendo quindi una dimensione in più.
    A mio avviso è un metodo valido e apprezzabile da chi ama la scultura almeno quanto la pittura; per cui non hanno senso le critiche di coloro che non gradiscono tali opere, perchè appartengono a coloro che amano poco la scultura e quindi sono artisti meno completi, oppure non lo sono affatto.

    Mi piace la citazione:
    “lasciate in pace gli artisti, loro non hanno bisogno di voi siete voi che avete bisogno di loro”.

  3. Sono di ritorno da Oslo. Dopo aver visto l’immagine qui sopra mi aspettavo di trovare un buon lavoro site specific che desse il suo contributo alla rivalutazione della zona portuale iniziato con la costruzione della magnifica Opera House. Peccato che osservando dal vivo la scultura l’effetto sia completamente diverso. Davvero deludente.

  4. L’opera è bella, anche senza sapere della Bonvicini. Ho scoperto oggi che è stata ideata da un’italiana. Sono fiera di questa cosa e del marmo di Carrara che riveste la pavimentazione esterna e il tetto dell’Opera House. Non mi interessano le meschine ” invidie” tra artisti. L’artista ha avuto un’idea geniale perfetta per quel luogo.

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