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Milan l’è un gran Milan. Se n’è accorto anche Francesco Paciocco che, a dispetto del nome, è newyorkese, figlio di genitori italiani, e decisamente più soft di Ricci/Forte, anche loro folgorati dall’ex capitale morale, tanto da averla scelta come set del loro prossimo film. A Paciocco, 27 anni, è bastato poco per subire il fascino della città della Madonnina, giusto qualche settimana mentre era in Italia per lavoro. Di certo non si tratta di un film d’autore o di un corto da strapparsi i capelli, anzi. Siamo in pieno visibilio per caldarroste, tramonti vagamente nebbiosi e guglie del Duomo. Milanesità trita, Nomen Homen, insomma. Eppure qualcosa di simpatico esce dai 4 minuti di ripresa: una scorribanda con effetti sonori basic ispirata al corto parigino di Lelouch C’etait un rendez vous e il particolare di una discesa in un’ascensore Stigler (il finale di Profondo Rosso?). Poi tram, anatre al parco Sempione, Navigli e in un giro in Stazione Centrale atmosfere che ricordano un po’ i polizieschi degli anni settanta e le parole di Scerbanenco. Una sorta di mini-movie d’amore che però sta riscuotendo un successo abbastanza eloquente circa la debolezza che ognuno di noi riversa agli stereotipi o al kitsch degli affetti: oltre centomila clic in dieci giorni tra cui la segnalazione sul profilo twitter del sindaco Pisapia. Insomma non è di certo il peggior modo di parlare di Milano, anzi. (m.b.)




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