04 agosto 2012

Asolo Art Film Festival. Storia di un successo che si replica da trentuno edizioni, in un mix tra arti visive e cinema, moderno e contemporaneo

 

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Un festival, una storia. La storia di un piccolo paese in provincia di Treviso, sulle prime colline del Veneto, non lontano da Bassano del Grappa, che dagli anni ’70 porta avanti una rassegna che è presieduta niente-di-meno-che da Hermann Nitsch e diretta da Steve Bisson. Stiamo parlano dell’Asolo Art Film Festival che quest’anno, in 12 giorni di programmazione, al via dal prossimo 18 agosto, conterà 40 film in concorso, provenienti da 20 nazioni, con una sezione speciale sulle produzioni russe, in collaborazione con il Museo Civico di Asolo e la Gipsoteca Antonio Canova di Possagno.
Ma andiamo con ordine, visto che il calendario della rassegna è densissimo: tra gli eventi collaterali al cinema vi sarà una mostra dedicata a Francesco Conz, in occasione dei 50 anni dalla nascita di Fluxus. L’autore, proprio ad Asolo, trovò un “rifugio” ideale per la sua produzione; un’installazione in memoria del poeta russo Josif Brodskij; un corso internazionale di musica con il violinista austriaco Thomas Christian, con vari concerti sul territorio; un omaggio al cinema del Paraguay e una rassegna di animazione per i più giovani.
Inoltre, una serie di premi, tra cui quello intitolato ad Eleonora Duse, che sarà consegnato ad Olga Chagaoutdinova, per la sua ricerca diretta ad indagare gli aspetti culturali e iconografici della società russa con particolare attenzione alla rappresentazione del ruolo femminile.
Rifondato 10 anni fa col nome di “AsoloArtFilmFestival”, si tratta del più antico festival al mondo di film sull’arte: fondato nel 1973 da Flavia Paulon, critica, saggista e funzionaria della Mostra del Cinema di Venezia, grazie al contributo e alla lungimiranza di un’amministrazione locale decisa a sostenere il risveglio culturale della cittadina, originariamente la kermesse era intitolata “Asolo Festival Internazionale del Film sull’Arte e delle Biografie d’Artista”, nato da una costola della Mostra di Venezia che in seguito alla contestazione del 1968 decise di abbandonare tutte le rassegne cinematografiche minori.
Per quest’edizione saranno in scena sei sezioni: film sull’arte; biografie d’artista; film sull’architettura e il paesaggio; film sul design; videoarte e computer art e produzioni delle scuole di cinema.
Qualche titolo? “LEN pensieri e storie di tre artisti gardenesi” dell’italiano Elia Romanelli, un film che quando parla di montagna suggerisce il tema dell’arte e che quando parla d’arte suggerisce alcuni punti di vista sulla vita; “Arthur & Vincent” cortometraggio che accosta vita e opere dei due artisti, Arthur Rimbaud e Vincent Van Gogh, morti entrambi a trentasette anni.
Nella sezione “biografie d’artista”, dedicata ai lavori di ricostruzione storica e interpretazione critica sui protagonisti della storia del cinema e dell’arte, uno dei titoli presenti è “Painful Painting” in cui la regista olandese Catherine Van Campen fa luce sul lavoro straordinario del pittore Ronald Ophuis e sulla forte relazione tra arte e realtà che traspare dalle sue opere. Tributo invece, da parte di Xavier Villetard, a Frida Kahlo, con “Chez Frida Kahlo”.
Nella sezione “videoarte e computer art”, per opere che vedono l’utilizzo di tecnologie informatiche come strumento di espressione artistica, andrà in onda il corto “Metachaos”, dell’italiano Alessandro Bavari, un progetto visivo multidisciplinare, che si articola in un film, una serie fotografica e in dipinti realizzati a tecnica mista, che vuole rappresentare gli aspetti più tragici del genere umani e dei suoi moti, come la guerra, la follia, i mutamenti sociali e l’odio. Martedì 24 agosto invece la serata di proiezioni speciali dedicata al Paraguay, con una proposta di 3 film che hanno ottenuto riconoscimenti internazionali: “Karai Norte” di Marcelo Martinessi, basato sul racconto breve “Arribeño del Norte” dello scrittore paraguaiano Carlos Villagra Marsal; “Ahendunde Sapucai” di Pablo Lamar tra identità e memoria del Paraguay in un minimalismo ammirabile; “The Cinero” di Hugo Gammara che racconta la storia dell’ultimo cinema ambulante del Paraguay. Se non ne avete abbastanza di film, inoltre, potete contare sulla musica, con una serie di concerti alla Gipsoteca di Possagno, a Villa Barbaro di Maser e, un vero e proprio happening, il 19 agosto, alle 4:30 del mattino: una performance per soli fiati “Concerto dell’Aurora Dedicato alla Pace e alla Fratellanza fra i popoli” dell’orchestra Mittel-europea “Lorenzo da Ponte”, diretta da Roberto Zarpellon. Se non volete perdervi nulla, e volete stilare il vostro personale programma per questa eccellenza italiana, vi consigliamo vivamente un giro sul sito, www.asolofilmfestival.it

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