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Arriva dall’onorevole dell’Italia dei Valori Francesco Barbato l’interrogazione al Presidente del Consiglio Monti e al Ministro per i beni e le attività culturali, per fare “chiarezza” sulla nomina di Giovanna Melandri come presidente del MAXXI.
Le premesse sono tutte all’organo costitutivo del museo romano, ovvero la Fondazione, costituita nel 2009, e subito il deputato attacca con una nota: «In data 18 ottobre 2012 alcuni organi di stampa informano che l’onorevole Giovanna Melandri è stata nominata presidente del MAXXI; l’onorevole Melandri risulta all’interrogante già presidente della “Uman Foundation”» scrive Barbato, lasciando intendere un conflitto di interessi, che prosegue elencando i punti di forza dellaMelandri elencati da Ornaghi durante la nomina: la passione nell’arte contemporanea, la capacità manageriale, i rapporti internazionali. Ma secondo Barbato la Melandri non è né uno storico dell’arte, né un manager, né un’esperta di relazioni internazionali.
Ma il deputato IdV è un fiume in piena e citando un articolo del giornale riporta: «Basta scorrere i nomi dell’advisory board della sua Fondazione Uman, inaugurata con tutti gli onori il 9 ottobre, cioè pochi giorni prima della decisione di non ricandidarsi e della successiva proposta di guidare il Maxxi (sesto senso?), all’Auditorium Enel di Roma, con la presenza del professor Mario Monti, capo del Governo che l’ha nominata. Nei vertici della Uman troviamo Andrea Riccardi, ministro come Ornaghi, cattolico come il ministro dei Beni culturali. Poi c’è Giuliano Amato, chiamato da Monti come commissario straordinario dell’esecutivo.
Poi c’è Marta Dassù, altro esponente del Governo Monti in qualità di sottosegretario agli Esteri. La Dassù è anche direttore generale di Aspen Institute (carica lasciata al momento della nomina a sottosegretario) del cui comitato esecutivo fa parte lo stesso Mario Monti, ma anche Giuliano Amato.
Un comitato montiano che deve aver facilitato la nomina della Melandri da parte del Governo Monti».
L’interrogazione, presentata mercoledì 31 ottobre 2012, nella seduta n.712, parlerebbe della notizia data anche da altri organi di stampa che hanno riportato che la Melandri percepirà uno stipendio di 90mila euro annui. Barbato chiede dunque «quali siano i criteri di nomina, che hanno portato alla individuazione della citata
deputata del Pd in seno al MAXXI una struttura per la quale sarebbe stato opportuno bandire un concorso come avviene in gran parte dei Paesi ad elevata vocazione artistico-culturale». La polemica su questa storia, ancora una volta, è servita.











