16 febbraio 2014

“Consolatevi, la facciata la teniamo. Quel che ci faremo si vedrà”. Ecco come si salva, un po’, il Folk Art Museum

 

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Il Folk Art Museum di New York, al confine con i muri del MoMA. Photo Ozier Muhammad
Un colpo al cerchio e uno alla botte. D’altronde siamo al MoMA, e non è che si può far finta di niente se mezza New York è insorta quando gli architetti, anzi, gli archistar, Diller Scofidio + Renfro hanno annunciato che avrebbero demolito (nonostante petizioni, gruppi e manifestazioni) la facciata del Folk Art Museum per fare spazio al “nuovo” Museum of Modern Art.
E così, in una dichiarazione al New York Times, il direttore del Museo Glenn Lowry ha dichiarato che la facciata del “museo delle persone”, sarà conservata. D’altronde trattasi di una serie di pannelli “prefabbricati” in bronzo, facili da smontare. 
«Non abbiamo fatto alcuna previsione su ciò che verrà fatto con la facciata, ma comunque sarà presevata», ha ribadito il direttore Lowry. Chissà che non possa essere ricostruita in maniera autoportante, magari in base a qualche nuovo progetto di Darcy Miro, artista che ha collaborato al progetto del museo, inaugurato solo 13 anni fa, insieme  allo studio Todd Williams Billie Tsien. E chissà che non possa andare allo Storm King Art Center, a nord della Grande Mela, vicino a Beacon, in compagnia di Mark di Suvero o  Richard Serra. 
Un’architettura che diverrebbe un’opera d’arte dopo la morte del suo “interno”. Per non lasciare troppo “vuoto” in quei metri della 53esima strada tanto amati dai newyorkesi dopo l’11 settembre, e perché forse cancellare in toto la storia di un’architettura, seppur recente, non pare  di certo un buon auspicio per iniziare. 

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