Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Sono in gara l’Everyman Theatre di Liverpool progettato da Haworth Tompkins, la Library of Birmingham dei Mecanoo, la London School of Economics/Saw Swee Hock Student Centre di O’Donnell e Tuomey Architects e la Manchester School of Art firmata da Feilden Clegg Bradley Studios. E poi la Shard Tower di Renzo Piano e l’Aquatic Centre situato all’interno del Parco Olimpico di Stratford, di Zaha Hadid. Sono questi i sei nomi e i sei “monumenti” del contemporaneo che il Royal Institute of British Architects ha reso noti come partecipanti allo Stirling Prize 2014, il concorso annuale dedicato al famoso architetto James Stirling.
In palio 20mila sterline, e un riconoscimento che premia chi ha dato il maggior contributo all’architettura del Regno Unito, nonché un nuovo blasone per tutti, Piano e Hadid compresi, anche se loro di certo non hanno bisogno di aumentare la loro gloria.
Chissà che per una volta, infatti, i “piccoli” non superino i principali favoriti (ovviamente Piano e Hadid), grazie alle loro qualità artistiche indiscutibili. Perché?
Perché per esempio l’opera di Renzo Piano, inaugurata due anni fa, anziché diventare il nuovo simbolo di Londra è rimasta fino a pochi mesi fa un edificio vuoto: colpa della sua lontananza dal centro finanziario londinese e di conseguenza da tutti coloro che potrebbero permettersi un appartamento da cinquanta milioni di sterline in città; l’Aquatic Centre, invece, venne a costare circa tre volte quanto originariamente preventivato, nonostante poi venne completato e al suo interno si svolsero gli eventi paralimpici di nuoto.
Voi per chi tifate? Stavolta, forse, è il caso di spostare lo sguardo a qualche architetto inglese decisamente meno noto da queste parti, ma decisamente più fattivo!