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«In ragione della legge sulla quiescenza obbligatoria per limiti di età dei dipendenti pubblici, il mio contratto con lo Stato come direttore della Reggia di Caserta cesserà con il prossimo ottobre, in anticipo di un anno rispetto alla scadenza indicata. Peccato». Lo ha scritto oggi, su Facebook, Mauro Felicori, annunciando laconicamente di essere costretto a lasciare il suo incarico di direttore della Reggia di Caserta, il 31 ottobre 2018, anziché nel 2019, stando all’ufficialità del suo mandato. Bolognese, classe 1952, ex dirigente del Comune felsineo, era alla Reggia vanvitelliana da tre anni, nominato in seno alla riforma dei Beni Culturali voluta da Dario Franceschini. La sua gestione, spiccatamente votata all’impresa, come egli stesso ebbe modo di dirci, è stata caratterizzata da un’interpretazione radicale della riforma, con tutti i pro e i contro del caso, dall’aumento esponenziale dei visitatori alle perplessità sulla tutela e sulle vocazione d’uso, dalle polemiche con i sindacati per la gestione dei turni al boom di eventi e mostre d’arte contemporanea.