04 giugno 2018

Inaugurata la sala degli Uffizi dedicata a Raffaello e Michelangelo. Aspettando Leonardo

 

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Da oggi, le opere di Michelangelo e Raffaello potranno essere ammirate all’interno della stessa sala, nel cuore degli Uffizi, a seguito del nuovo allestimento mirato a far sentire la diversità delle voci artistiche e gli scambi tra i due maestri che, dal 1504 al 1508, hanno lavorato contemporaneamente a Firenze. A ospitarle è la grande sala numero 41 del corridoio di ponente che, fino all’ottobre 2016, ha ospitato i dipinti di Sandro Botticelli, ora riallestiti in nuovi spazi. Si tratta di un primo, importante restyling degli spazi espositivi del museo fiorentino, che anticipa di qualche settimana l’apertura dell’adiacente Sala di Leonardo, che verrà celebrata a breve. 
Intanto, però, c’è da godersi i due maestri del Rinascimento italiano, grazie al nuovo spazio che riunisce i capolavori di Raffaello e Michelangelo, celebrando quel periodo davvero unico nella storia dell’umanità, quando, in città, nel giro di un pugno di anni, i più grandi artisti al mondo crearono alcune tra quelle opere che, oggi, hanno costruito l’idea universale del Rinascimento in Italia. La fioritura delle arti durante la prima Repubblica Fiorentina del gonfaloniere Piero Soderini (1498-1512) fu infatti polifonica, dominata dalla concorrenza tra numerosi protagonisti di un mecenatismo illuminato e, pertanto, la nuova installazione riporta alla luce il ruolo di committenti privati, come i Doni – oltre al Papa, gli unici committenti che riuscirono a strappare capolavori sia a Michelangelo che a Raffaello – e i Nasi, per i quali l’Urbinate dipinse la Madonna del Cardellino. Questo capolavoro, insieme alle altre opere del maestro, viene dunque riabilitato dalla postazione nell’angusto corridoio del primo piano, dove è stato esposto per sei anni, dal giugno 2012, salendo di nuovo al piano alto della galleria e riunendosi al Tondo Doni di Michelangelo, dipinto all’incirca nello stesso periodo. Al Tondo si affiancano i due ritratti di Maddalena e Agnolo Doni di Raffaello, giunti da Palazzo Pitti: in questo modo si ricostituisce il nesso storico tra opere volute da uno stesso committente e originariamente ospitate nello stesso palazzo, e si documenta inoltre la reazione dell’Urbinate a Leonardo da Vinci, le cui opere saranno esposte a breve nella vicina sala 35. 
Una nuova installazione che «Sostituisce all’esibizione paratattica di capolavori isolati e feticizzati il principio del dialogo tra le opere, gli artisti e i loro committenti, e invita gli spettatori a scoprire e ripercorrere gli scambi artistici tra i grandi del passato», ha spiegato il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt. «Per questo motivo entra in scena una terza personalità che grazie al confronto con Raffaello riguadagna la propria voce da solista: Fra Bartolomeo (1473-1517), domenicano di San Marco e strettissimo amico del Sanzio, col quale, dall’arrivo di quest’ultimo in città nel 1504, si instaura uno scambio intenso e ricco di conseguenze, che il visitatore infatti ora potrà ripercorre attraverso i quadri esposti». Allo stesso tempo, il supposto Ritratto di Perugino attribuito a Raffaello da gran parte della critica, è spostato nella sala 27 per lo stesso principio di dialogo ideale tra opere e artisti, che sono evocati anche nelle loro sembianze, per farli sentire più presenti durante la visita. 
Tutto il progetto del restauro e della risistemazione della sala di Raffaello e Michelangelo è stato generosamente offerto dagli Amici degli Uffizi e dai Friends of the Uffizi Galleries, le uniche associazioni senza fini di lucro interamente dedicate al sostegno, alla tutela e alla valorizzazione delle Gallerie degli Uffizi. A trarre vantaggio dal restyling espositivo, tuttavia, è anche la Galleria Palatina, che rappresenta oggi il più importante nucleo di opere di Raffaello al mondo, portando a 12 opere dell’Urbinate la propria esposizione. Diventando così una specie di mostra permanente di dipinti di Raffaello: miracolo possibile solo a Firenze. (Alessio Crisantemi)

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