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Realizzata grazie al supporto di Fondazione Guastalla, Istituto Italiano di Cultura di Copenhagen, e alla galleria Franco Noero, domani la scultura contemporanea tricolore troverà una casa temporanea d’eccezione: la Glyptotek della Capitale danese, che presenta la prima mostra personale in assoluto nel Paese scandinavo di Lara Favaretto, con la sua installazione (nella foto) Tutti giù per terra, a cura di Ludovico Pratesi e Line Clausen Pedersen.
Un dialogo tra la statuaria di ieri e oggi, visto che l’intervento dell’artista italiana sarà situato tra le sale delle sculture egizie e romane.
«Il progetto – come spiega il curatore – è nato dalla volontà di Line Clausen Pedersen di presentare un’artista italiana giovane il cui lavoro si confronti con una dimensione scultorea da fruire in maniera lenta, slow».
E così, i milioni di coriandoli di Tutti giù per terra, 2012, saranno appunto visibili “tra due epoche”, a fare da spartiacque e a portare a una riflessione sul tempo e sulla mutazione: il paesaggio, all’interno della camera-vetro, cambia costantemente ma sospesa: una sorta di diorama dove l’unico movimento è quello della danza dei piccoli pezzi di carta.
Una rivincita per l’arte italiana di oggi, messa a margine dei grandi circuiti internazionali e dall’idea che il mondo ha della Penisola (quella di un Paese non contemporaneo) e che forse, in primis, dovrebbe far riflettere ognuno di noi sul perché si tende ad essere “nascosti”.
Un monumento dell’effimero e dell’eterno, in una collezione privata che all’antichità del Belpaese deve molto, con l’augurio che questo sia solo il primo progetto «in cui l’arte italiana torna protagonista in un ambiente che la raccoglie e la promuove», in una delle più belle città europee. L’opening domani, dalle 17.