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“Caro Presidente Trump,
Si prega di commissionare all’artista Christo una nuova versione dell’opera Running Fence. Anche se il tracciato è lungo solo 24 miglia e mezzo, potrebbe trasformare un progetto razzista in un evento di arte pubblica, e contribuire a migliorare l’immagine degli Stati Uniti con un aspetto culturale”.
Questa, in poche parole, la missiva lanciata al Mister Trump dall’artista Louis Camnitzer, e pubblicata in attesa di firmatari su Change.org, per realizzare il “Muro” tra USA e Messico.
Un’altra stilettata bella e buona alla faccia del neo-presidente che, ricorda Camnitzer, dovrebbe amare l’arancione di Christo (il suo colore simbolo, usato anche per The Floating Piers) visto che arancio è anche la sua pelle.
Organizzato con Jeanne-Claude, Running Fence (1972-1976) prese la forma di una “barriera” in tessuto bianco che si estendeva correndo lungo pali d’acciaio attraverso le aree rurali di Sonoma e Marin contee, vicino a San Francisco, California.
La proposta di Camnitzer non arriva da un particolare amore per Christo o l’arte pubblica, fa parte di un linguaggio che ha origine dalla sua stessa esistenza: nato in Uruguay e a New York dal 1964, Camnitzer ha lavora da sempre con temi che riecheggiano un anticolonialismo, e la diversità, ed è rappresentato da Alexander Gray Associates di NYC.