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Dai canali di Venezia al golfo di Napoli, passando per le rovine dell’antica Roma. L’Italia ha affascinato generazioni di visitatori e, molto prima dei tour operator e di airbnb, il viaggio per eccellenza si chiamava Grand Tour. Un lungo itinerario attraverso la penisola, intrapreso non solo da ricchi rampolli amanti del folclore ma anche e soprattutto da artisti provenienti da tutto il mondo e in cerca di ispirazione, dello scorcio perfetto, di una nuova luminosità. Dal ‘700, il paesaggio italiano diventò un genere che, tra vedutismo e souvenir, da Cloude Lorrain a Giovanni Battista Lusieri, riscosse un enorme successo, almeno fino agli inizi del Novecento. E, oggi, il Museo Getty ne omaggia gli esiti, con “The Lure of Italy: Artists’ Views”, in apertura al Getty Center, la nuova sede sulle colline di Los Angeles. «Per molti, l’Italia ha rappresentato, e rappresenta ancora oggi, un tesoro straordinariamente ricco di meraviglia scenica, con pittoresche sculture antiche, edifici storici e paesaggi drammatici. Questa mostra testimonia la lunga storia d’amore che gli artisti hanno con questo Paese», afferma Timothy Potts, direttore Getty Museum. Un amore che doveva trasformarsi in sfida, considerando che, per rendere atmosfere e impressioni, gli artisti dovevano sperimentare nuove possibilità pittoriche, affidandosi in particolare alla rapidità e luminosità dell’acquerello. «Il carattere straordinario delle città e dei paesaggi italiani ha spronato gli artisti superare i limiti tecnici e la scelta del mezzo diventava cruciale», afferma Julian Brooks, curatore della mostra.
In home: Canaletto, View of the Arch of Constantine with the Colosseum, 1742-1745, The J. Paul Getty Museum, Los Angeles
In alto: Claude-Joseph Vernet, A calm at a Mediterranean port, 1770, The J. Paul Getty Museum, Los Angeles