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Jane Austen non era una che ci andava leggera. Una lettera del 1812 scritta da Austen e indirizzata alla nipote è esempio della capacità satirica e critica della scrittrice soprattutto nei confronti dei suoi colleghi contemporanei. Bersaglio della lettera è il romanzo gotico di Rachel Hunter, Lady Maclairn the Victim of Villainy, che descrive il testo melodrammatico, sensazionale e ricco di cliché. La penna ferisce più della spada e la Austen “si è molto divertita nel ridicolizzare altre scrittrici e le loro improbabili tracce sentimentali e gotiche”, ha dichiarato Janet Todd, redattore dell’edizione di Cambridge University Press delle opere complete di Austen. «Conosceva bene ila propria capacità letteraria e probabilmente imparò un sacco di cose da non fare leggendo i romanzi interminabili e le effusioni degli autori contemporanei».
«La stragrande maggioranza delle sue lettere racconta la sua vita quotidiana, per questo una lettera come questa, che parla in modo specifico di scrittura e mostra l’attenzione della scrittrice verso la letteratura popolare contemporanea, è estremamente significativa» ha aggiunto Gabriel Heaton, specialista di Sotheby’s in libri e manoscritti. La lettera di Austen doveva recuperare tra i 103 e i 128mila dollari ma è passata di mano a 209mila dollari. (RP)