Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Ancora un esempio di collaborazione tra pubblico e privato, a Napoli, al Museo di Capodimonte, dove è appena arrivato James Anno. 35 anni, originario di Oklahoma City, ha conseguito un PhD su Michelangelo alla Washington University, al suo attivo ha una pubblicazione sul Tiepolo e, fino al 2019, lavorerà per l’istituzione napoletana come curatore. «È un grande onore per me essere a Capodimonte, non vedo l’ora di contribuire alla missione di uno più importanti musei del mondo», ha affermato Anno. Un incarico che non peserà sul bilancio del museo autonomo, visto che a farsi carico di tutte le spese – viaggio, alloggio e, ovviamente, stipendio – è stata l’associazione American Friends of Capodimonte, onlus di diritto americano, presieduta da Vincent Buonanno e costituitasi lo scorso anno con l’intento di contribuire alla divulgazione della cultura del Mezzogiorno d’Italia. «Ringrazio di cuore l’associazione American Friends of Capodimonte che ci offre questa collaborazione internazionale da cui il museo trarrà enormi benefici. James si occuperà dell’arte del ‘400 e ‘500, dell’allestimento con le didascalie bilingue per tutte le opere iniziando dalla Collezione Farnese e collaborerà, in stretto contatto con i curatori di Capodimonte, a una delle prossime mostre del ciclo “L’Opera si racconta” dedicata al Giudizio Universale di Michelangelo nella copia di Marcello Venusti e dopo la sua esperienza italiana diventerà un curatore ancora più ricercato per i musei americani», ha dichiarato il direttore di Capodimonte, Sylvain Bellenger.